Edward Snowden parla da Mosca

L'uomo che ha svelato PRISM parla per la prima volta dopo la fuga. Il suo desiderio è andare in sudamerica, transitando in Russia. Ecco le sue parole.
L'uomo che ha svelato PRISM parla per la prima volta dopo la fuga. Il suo desiderio è andare in sudamerica, transitando in Russia. Ecco le sue parole.

Edward Snowden è tornato a parlare, per la prima volta di persona, davanti ai giornalisti, dopo la fuga da Hong Kong dove aveva rivelato al mondo l’esistenza di PRISM. Inseguito dalla CIA, si era fermato all’aeroporto di Mosca. Doveva essere soltanto uno scalo di passaggio, invece la situazione diplomatica attorno a lui è diventata terribilmente complicata e le sue numerose richieste di asilo tutte respinte, tranne quelle dal sudamerica, che però necessitano di un ok al sorvolo che finora è stato negato.

Ellen Barry del New York Times e Tanya Lokshina di Human Rights Watch hanno condotto la conferenza stampa destinata alle ONG che sono state convocate allo Sheremetyevo di Mosca, dove Snowden è bloccato da più di due settimane. Ad assistere alla conferenza c’erano il deputato della DUMA Vyacheslav Nikonov, Sergei Nikitin, direttore di Amnesty International per la Russia, il noto attivista politico Vladimir Lukin, Commissario per i diritti umani della Russia, e l’avvocato Genri Reznik.

Il whistleblower della NSA da cui ha avuto origine il Datagate ha ribadito la sua intenzione di restare in Russia, almeno per il momento, ma anche di provare a partire per uno dei paesi che hanno accolto le sue richieste di asilo politico. La questione per Snowden non è accettare o meno l’offerta di Putin, dato che non considera le sue azioni dannose per gli Stati Uniti, anzi, il contrario. Una logica che parrebbe non escludere la sua permanenza in Russia, nonostante sia uno dei paesi nemici della Rete, insieme proprio alla Cina, paese dove viveva prima della soffiata sulla NSA.

Quale può essere il destino di questo giovane informatico spia, pentito del suo lavoro come contractor per l’agenzia nazionale della sicurezza americana? L’agenzia Reuters ha riportato il commento del portavoce di Putin, che ha ribadito di non essere a conoscenza di una richiesta di asilo politico formale, quindi di non poterla prendere in considerazione.

Le parole di Snowden

Intanto, Wikileaks ha pubblicato un comunicato sull’incontro di Snowden, riportando anche per intero la sua dichiarazione iniziale:

Salve, il mio nome è Ed Snowden. Poco più di un mese fa avevo una famiglia, una casa in paradiso, vivevo in grande comodità. Ho anche avuto la possibilità, senza alcun mandato, di cogliere e leggere le vostre comunicazioni. Comunicazioni di chiunque in qualsiasi momento. Questo è il potere di cambiare il destino delle persone.

È anche una grave violazione della legge. Gli emendamenti 4 e 5 della Costituzione del mio paese, l’articolo 12 della Dichiarazione universale dei diritti umani, e numerosi statuti e trattati vietano tali sistemi di massa, la sorveglianza pervasiva. Mentre la Costituzione degli Stati Uniti dichiara questi programmi come illegali, il mio governo sostiene che le sentenze segrete, che il mondo non è autorizzato a vedere, sono in qualche modo legittimate delle azioni clandestine. Queste sentenze semplicemente corrompono la nozione più elementare di giustizia. L’immorale non può diventare morale attraverso una legge segreta.

Io credo nel principio dichiarato a Norimberga nel 1945:

“Gli individui hanno doveri internazionali che trascendono gli obblighi nazionali di obbedienza. Pertanto i singoli cittadini hanno il dovere di violare le leggi domestiche per prevenire i crimini contro la pace e l’umanità.”

Di conseguenza, ho fatto quello che ho creduto giusto e ho iniziato una campagna per correggere questo misfatto. Non cerco di arricchirmi. Non cerco di vendere segreti statunitensi. Non collaboro con alcun governo straniero per garantire la mia sicurezza. Invece, ho portato alla luce quello che ho conosciuto, così che ciò che ci colpisce possa essere discusso da tutti alla luce del giorno, e ho chiesto giustizia al mondo.
Questa decisione morale di rendere pubblico uno spionaggio che colpisce tutti noi è stata costosa, ma era la cosa giusta da fare e non ho rimpianti.

Da quel momento, i servizi pubblici e di intelligence degli Stati Uniti d’America hanno tentato di fare di me un esempio, un monito per tutti gli altri che potrebbero parlare come ho fatto io. Mi hanno reso apolide, perseguitato per il mio atto di espressione politica. Il governo degli Stati Uniti mi ha messo sulla no-fly list. Ha chiesto a Hong Kong il rimpatrio al di fuori delle sue leggi, in diretta violazione del principio di non-refoulement. Ha minacciato sanzioni ai paesi che combattono per i miei diritti e il sistema delle Nazioni Unite in materia di asilo. Si è anche fatto il passo, senza precedenti, di ordinare agli alleati militari di mettere a terra un aereo di un presidente di un paese latinoamericano in cerca di un “rifugiato politico”. Queste escalation pericolose rappresentano una minaccia non solo per la dignità dell’America Latina, ma per i diritti fondamentali condivisi da ogni persona, ogni nazione, di vivere liberi dalla persecuzione e di chiedere e ottenere asilo.

Eppure, anche di fronte a questa aggressione storicamente sproporzionata, i paesi di tutto il mondo hanno offerto sostegno e asilo. Queste nazioni, tra cui Russia, Venezuela, Bolivia, Nicaragua, Ecuador, hanno la mia gratitudine e rispetto per essere stati i primi a schierarsi contro le violazioni dei diritti umani commesse dai potenti sui deboli. Rifiutando di compromettere i loro princìpi di fronte alle intimidazioni, si sono guadagnati il ​​rispetto del mondo. È mia intenzione recarmi in ciascuno di questi paesi per estendere il mio personale ringraziamento al loro popolo e ai loro leader.

Vi annuncio oggi la mia formale accettazione di tutte le offerte di sostegno o di asilo che mi sono state estese e tutte le altre che potrebbero essere offerte in futuro. Per esempio, con la concessione di asilo del presidente del Venezuela, Maduro, il mio stato di richiedente asilo ora è formale, nessuno Stato può limitare o interferire con il mio diritto di goderne. Come abbiamo visto, però, alcuni governi in Europa occidentale e gli stati del Nord America hanno dimostrato la volontà di agire al di fuori della legge, e questo comportamento persiste ancora oggi. Questa minaccia illegale rende impossibile per me viaggiare in America Latina.

Questa disponibilità da parte di alcuni potenze ad agire in modo illegale rappresenta una minaccia per tutti noi e non deve essere permessa. Pertanto, chiedo il vostro aiuto nel richiedere garanzie di un passaggio sicuro dalle nazioni interessate ad ottenere il mio viaggio in America Latina, oltre a chiedere asilo in Russia. Presenterò la mia richiesta alla Russia oggi stesso, spero che sarà accettata favorevolmente.

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