Facebook, guai con l'Antitrust in Germania

Facebook è stato messo sotto inchiesta in Germania per sospetta posizione dominate nel trattamento dei dati dei suoi iscritti.
Facebook è stato messo sotto inchiesta in Germania per sospetta posizione dominate nel trattamento dei dati dei suoi iscritti.

Arrivano nuovi guai per Facebook dalla Germania. Il social network ha sempre avuto un rapporto molto difficile con i regolatori tedeschi ed adesso l’azienda risulta essere indagata dall’Antitrust per abuso di posizione dominante sulla gestione dei dati personali degli utenti, cioè degli iscritti al social network.

Il Bundeskartellamt, cioè l’Antitrust tedesco ha, dunque, aperto una nuova inchiesta su Facebook e contestualmente starebbe anche lavorando gomito a gomito con l’Unione Europea cosa che potrebbe comportare conseguenze ampie per Facebook se dovesse essere confermata l’accusa di abuso di posizione dominante. In breve, l’Antitrust tedesco sospetta che Facebook trasgredisca le leggi sulla protezione dei dati imponendo ai suoi iscritti di accettare precise condizioni sul trattamento delle informazioni.

Le autorità tedesche, dunque, indagheranno sulla reale posizione di Facebook in materia di trattamento dei dati. Il social network ha risposto all’accusa, sottolineando a The Next Web di rispettare le leggi e di voler lavorare con la Bundeskartellamt per soddisfare ogni loro quesito.

Per il social network trattasi dell’ennesimo problema sulla gestione dei dati dei suoi iscritti all’interno del territorio europeo. Proprio una manciata di giorni fa, Facebook ha ricevuto una multa di 100 mila euro sempre dalla Germania per la sua non adeguata capacità di informare adeguatamente gli utenti sulla proprietà dei contenuti che pubblicano all’interno del social network.

Inoltre, sempre in Germania, Facebook era stato messo sotto inchiesta a novembre, a causa dei messaggi inneggianti al razzismo apparsi all’interno della piattaforma e non adeguatamente contrastati. Proprio per questo, il social network ha lanciato, in Germania, la sua “iniziativa per il coraggio civile online“, investendo 1 milione di euro a favore delle organizzazioni non governative per sostenere i loro sforzi per contrastare i messaggi razzisti.

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