Facebook vara il progetto Telecom Infra

Mark Zuckerberg porta a Barcellona l'accordo con alcune telco per costruire le tecnologie radio idonee alla connettività wireless che serve a Facebook.
Mark Zuckerberg porta a Barcellona l'accordo con alcune telco per costruire le tecnologie radio idonee alla connettività wireless che serve a Facebook.

Non è solo questione di realtà virtuale. Mark Zuckerberg è arrivato a Barcellona con un portato di innovazione piuttosto differente da quello dell’anno scorso. Facebook sembra aver intrapreso un’altra strada oltre a quella che nell’ultimo anno l’ha per ragioni diverse messa in concorrenza con i grandi operatori di telecomunicazione: insieme a laser, droni, satelliti, ora il social network cerca accordi con le telco per costruire tecnologia open per la trasmissione mobile della connettività. Possibile che chi in fondo ha soltanto causato guai agli operatori telefonici oggi venga col ramoscello d’ulivo? La risposta è semplice: senza un investimento enorme tutti quei contenuti non gireranno mai.

Se ne sta parlando anche al Mobile Word Congress di Barcellona, pur non avendo la forza immaginifica dell’Oculus ma essendone in un certo senso la premessa tecnologica. Zuckerberg è pronto ad accelerare l’evoluzione delle tecnologie che guidano le reti di telefonia mobile condividendo questo lavoro con le telco che ci stanno. Per ora hanno detto sì Deutsche Telekom, la SK Telecom (il più grande operatore wireless in Corea del Sud) e Nokia Networks (che fornisce la maggior parte dell’hardware di rete utilizzato dai vettori di tutto il mondo), insieme a una pletora di attori del settore a partire da Intel. Il progetto è una sorta di costola di Open Compute e si chiama TIP, Telecom Infra Project.

L’idea richiede passaggi complessi, si tratta di affrontare all’esterno con le telco quello che è stato fatto con i data center, come spiega Jay Parikh, a capo dell’ingegneria e infrastruttura, in un post sul blog della società.

Ogni giorno sempre più persone e dispositivi in ​​tutto il mondo si connettono e sta diventando più facile condividere esperienze data-intensive come il video e la realtà virtuale. Nel 2020 saranno scambiati più di un zettabyte – che è 1.000 exabyte – di informazioni. Scalare con le infrastrutture di telecomunicazione tradizionali questa montagna di dati non è veloce come sarebbe necessario. Sappiamo che non c’è una soluzione unica e nessuna singola azienda può affrontare il problema da sola.

Facebook prende in carico l’infrastruttura

Facebook continua a prendersi carico del servizio Internet come fosse il suo. L’ha dimostrato pesantemente con Free Basics in India, ma sono numerosi gli esempi di come Menlo Park tenda a sovrascrivere il proprio scenario con quello della rete intera. Ovviamente questo comportamento è incoraggiato dai numeri spropositati di diffusione del suo sito, però il progetto a cui sta lavorando è decisamente un passo avanti rispetto alla vecchia contrapposizione tra silicon valley e telco. Questa volta Facebook non vuole fare da sola, è consapevole che un conto è portare 2G nei paesi in via di sviluppo, oppure un po’ di connettività sponsorizzata, un altro è tenere il passo con tutti i contenuti che le partnership e i prodotti stanno mettendo sui server ai quali dovranno collegarsii milioni di smartphone. Se dal punto di vista computazionale non ci sono problemi, portare connessione di qualità wireless per musica, video e realtà virtuale è un’altra partita.

Le telco interessate, ma prudenti

Stando alle parole di Axel Clauberg, vice presidente di Deutsche Telekom, il progetto di Facebook è sensato di fronte alla crescita esponenziale del traffico Internet. Far partecipare telco e un’azienda mangia-rete come Facebook a un progetto con specifiche tecniche aperte significa arrivare prima al risultato ottimale per tutti. Magari i tradizionali fornitori di hardware non saranno entusiasti (chiedere a Cisco), ma il progetto del Laboratorio sulla Connettività proseguirà verso questo obiettivo  di abbattimento dei costi. Le reti sono troppo costose e difficili da tenere assieme. Chi fino a ieri aveva lo scopo di bypassare con una vasta – e a volte fantasiosa – gamma di tecnologie in grado di fornire l’accesso a Internet per l’entroterra di tutto il mondo lavorerà con le telco per esplorare tutto quanto serve alla tecnologia radio per diffondere il 5G in Usa ed Europa e così spingere i contenuti più carichi di bit attraverso la rete mobile che ormai conta per oltre il 70% dei ricavati pubblicitari di Facebook.

C’è anche molta prudenza, dovuta al fatto che si parla di Facebook, un’azienda molto diversa da un operatore di telecomunicazione e con interessi diversi. Tuttavia è un dato di fatto che l’infrastruttura utilizzata dalle telco per fornire i propri servizi è diversa da quelle che i servizi Web e altre applicazioni generiche hanno sempre invocato. L’Open Compute ha portato a un design d’avanguardia per le ultime generazioni di server, storage e apparecchiature di rete. Il TIP potrebbe avere altrettanto effetto in tutto il mondo, spingendo coperture a vantaggio degli utenti e convincendoli a pagare per l’accesso all’Internet mobile veloce.

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