Foxconn, ostracismo anti-Linux

La carenza di driver per alcuni dispositivi è da sempre un tallone d'achille per Linux. Ma la scoperta di un possibile sabotaggio da parte di Foxconn ai danni del sistema open source fa infuriare la polemica
La carenza di driver per alcuni dispositivi è da sempre un tallone d'achille per Linux. Ma la scoperta di un possibile sabotaggio da parte di Foxconn ai danni del sistema open source fa infuriare la polemica

Il noto produttore di schede madri Foxconn avrebbe deliberatamente ostacolato l’utilizzo di Linux a bordo di alcune schede madri di sua produzione. Questa, almeno, è la conclusione a cui è giunto Andrew Farmer, appassionato utente di Ubuntu che, armato di editor esadecimale e tanta pazienza, ha cercato (riuscendoci) di scoprire come mai alcune funzioni tipiche dello ACPI (Advanced Configuration and Power Interface) come lo stand-by e il suspend fallissero sistematicamente quando utilizzate da Linux.

Il problema riguarda le schede madri della serie G33M, distribuite anche in Italia, ed è relativo alla tabella DSDT (Differentiated System Description Table) che permette al BIOS di presentarsi in maniera differente in base al sistema operativo allo scopo di aumentarne la compatibilità. Disassemblando il BIOS della scheda madre incriminata, Farmer ha scoperto che nella tabella DSDT esiste una riga espressamente dedicata a Linux che però porta il sistema open source ad utilizzare delle informazioni non valide che, difatti, impediscono il corretto utilizzo delle funzioni ACPI.

Farmer oltre a scoprire il guasto ne ha anche pubblicato la soluzione consistente in una correzione della tabella DSDT e successiva ricompilazione del BIOS, un’operazione non consigliata a tutti gli utenti, ma che dimostra la facile risolvibilità del problema da parte del costruttore. Costruttore che ha anche intrapreso una fitta corrispondenza con Farmer ribadendo più volte che Linux non è tra i sistemi certificati o supportati da quel prodotto e che l’aderenza allo standard ACPI è certificata dai test WHQL di Microsoft (anche se a dire il vero la certificazione WHQL non implica la corretta implementazione ACPI, ma solo la compatibilità con Windows). Dopo numerose insistenze (è facile immaginare che Foxconn abbia ricevuto valanghe di email di protesta dal tono più o meno conciliante) e una segnalazione del caso alla Federal Trade Commission, il produttore Taiwanese ha deciso di cambiare tono e con una telefonata ha chiesto a Farmer se fosse disponibile ad effettuare alcune prove utilizzando una nuova build del loro BIOS, parzialmente basata proprio sulla soluzione da lui pubblicata. Farmer dal canto suo ha dato la propria disponibilità a collaborare, sperando che «tutto questo possa essere dimenticato, e senza curarsi di chi sia o non sia la colpa, possiamo tornare a usare i nostri computer al pieno delle loro funzionalità». Si spera, quindi, che presto venga presentato un aggiornamento del BIOS che risolva il problema una volta per tutte.

Foxconn è uno dei principali produttori mondiali di device elettronici. Oltre ad occuparsi di schede madri e componenti per PC, Foxconn è affermato produttore OEM di apparecchi com Playstation, XBox, Wii, oltre che di numerosi computer portatili e telefoni cellulari, tra cui anche l’Apple iPhone.

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