Google Car, manca un adeguato contesto legale

Nonostante l'interesse intorno al veicolo autonomo di Google, permangono dubbi legali e di diritto su questo tipo di tecnologia per la guida su strada.
Nonostante l'interesse intorno al veicolo autonomo di Google, permangono dubbi legali e di diritto su questo tipo di tecnologia per la guida su strada.

La Google Car è uno degli esperimenti più interessanti di Google, ed è nata con l’obiettivo di realizzare un’autovettura autonoma, in grado quindi di guidarsi da sola. Ma, nonostante gli entusiasmanti scenari che un veicolo di questo tipo potrebbe aprire, si presentano in prospettiva anche numerosi problemi legali. Quali sono le implicazioni del codice della strada relative alle macchine autonome? E che tipo di assicurazioni dovrebbero avere?

Giuristi e legislatori si sono riuniti la settimana scorsa presso la Santa Clara University per discutere proprio di queste nuove problematiche. Google ha dimostrato come i veicoli computerizzati possano diminuire gli errori umani ed abbassare così le morti per incidente stradate, che nei soli Stati Uniti provocano 33.000 decessi e 1.2 milioni di feiti. Inoltre i veicoli autonomi dovrebbero anche ridurre le emissioni e quindi dare una mano all’ambiente. Ma i lati positivi non bastano: è il cambiamento a dover essere completato da un adattamento a tutto tondo del mondo della strada.

Rimangono in piedi, infatti, vari dubbi in relazione alle responsabilità legali: veicoli di questo tipo potrebbero richiedere particolari leggi. Leggi che, al momento, non esistono. Attualmente il Nevada è il primo stato americano ad aver legalizzato i veicoli senza conducente, e leggi simili sono state introdotte anche in Florida e alle Hawaii. Il direttore del programma di Google, Sebastian Thrun, ha anche dimostrato che il progetto ha raggiunto le 200.000 miglia di guida senza incidenti e sotto il controllo di un computer.

Ma cosa succede se, per esempio, la polizia dovesse effettuare un controllo su queste vetture? Secondo Kevin O. Vincent, consigliere capo della National Highway Traffic Safety Administration, il governo federale non dispone ancora di informazioni sufficienti per regolare queste nuove tecnologie, aggiungendo quanto possa essere inquietante l’ipotesi di un incidente stradale tra due automobili completamente autonome.

Senza contare alcune difficoltà ancora presenti nel sistema. Per esempio, nei confronti di un segnale di cambio di direzione da parte di un funzionario della sicurezza; oppure dello scenario di un incrocio in cui nessuna macchina decide di partire per prima. Come suggerito da Sven A. Beiker: « La macchina potrebbe essere così gentile da rimanere ferma ad un incrocio per sempre».

Infine, vanno ricordate le implicazioni assicurative e di sicurezza informatica: in un sistema che fa uso di satelliti per la localizzazione, è plausibile immaginare l’operato di un criminale informatico.

La speranza per Google è di introdurre i primi furgoni o taxi senza conducente già nel 2013 o 2014, sebbene solo fra venti anni potremmo avere veicoli completamente autonomi e probabilmente su strade limitate. Ma, come affermato da Brad Templeton, progettista e consulente del progetto «Non sarà mai completamente un veicolo autonomo, fino a che ci sarà qualcuno che dia instruzioni per andare al lavoro o al mare».

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