Google ed il fair play delle SERP musicali

Novità per le ricerche di Google: le ricerche musicali offrono link a YouTube al fianco dei link alle altre video repository concorrenti
Novità per le ricerche di Google: le ricerche musicali offrono link a YouTube al fianco dei link alle altre video repository concorrenti

Archiviato il periodo delle vacanze natalizie, il team di Google è tornato a parlare attraverso le pagine del blog ufficiale delle più recenti novità introdotte in merito al funzionamento del motore di ricerca. Oltre al World IPv6 Day e al pieno supporto per gli utenti di lingua araba, ebraica e persiana, ad attirare l’attenzione in un post pubblicato nei giorni scorsi è il nuovo metodo adottato per elencare i video musicali all’interno delle SERP.

Anziché visualizzare tutte le fonti per esteso, con la query “pink floyd” verranno ad esempio suggeriti link per una riproduzione immediata dei filmati relativi alle canzoni più celebri presenti su YouTube, con indicazioni precise riguardanti l’album e l’anno di pubblicazione. Inoltre, gli utenti potranno scegliere di guardare la clip anche su piattaforme differenti, come Dailymotion, MySpace, Metacafe, Yahoo! Video e altre ancora.

Si tratta semplicemente di un aggiornamento all’algoritmo che genera le pagine dei risultati, pensato soltanto per risparmiare spazio all’interno della SERP ed evitare noiose operazioni di scrolling agli utenti? Stando all’annuncio di Google sì ma, tenendo in considerazione i recenti sviluppi dell’indagine sul presunto abuso di posizione dominante condotta dall’antitrust europea, pensare a una mossa quasi forzata è quantomeno lecito.

Video musicali tra le SERP di Google

Video musicali e servizi concorrenti tra le SERP di Google

Più nel dettaglio, nei mesi scorsi l’organismo della UE ha puntato il dito contro il colosso di Mountain View, con l’intento di fare chiarezza su alcuni comportamenti discutibili legati alle ricerche. In sintesi, pare che Google talvolta scelga di attribuire una posizione migliore o maggiore visibilità ai risultati relativi ai propri servizi, così da incrementare il traffico su piattaforme e siti di sua proprietà a discapito di quelli altrui. BigG, dal canto suo, ha dichiarato di non aver mai messo mano al processo di generazione delle SERP con fini anticoncorrenziali. Il fatto che la novità riguardante il raggruppamento delle fonti per la visione dei video musicali debutti proprio mentre l’attività dell’azienda si trova sotto la lente degli ispettori antitrust è quantomeno sospetto, senza nulla togliere comunque all’utilità dell’aggiornamento.

La vicenda, che segue di pochi mesi quella relativa alle pratiche di wardriving connesse alla mappatura del territorio per Street View, è comunque tutt’altro che conclusa. L’Unione Europea non si è ancora pronunciata in via definitiva sul comportamento di Google, ma di certo non potrà che tenere conto di una simile mossa, finalizzata a promuovere la libera scelta da parte degli utenti e a spazzare via le ombre che di recente hanno parzialmente annebbiato la trasparenza che da sempre caratterizza le mosse della società di Mountain View.

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