Google, i costi pesano sulla trimestrale

Google presenta una trimestrale al rialzo, ma Wall Street non apprezza comunque in virtù di costi operativi aumentati repentinamente.
Google presenta una trimestrale al rialzo, ma Wall Street non apprezza comunque in virtù di costi operativi aumentati repentinamente.

La prima trimestrale Google è positiva, ma con un “ma”. Le domande nei confronti del CFO Patrick Pichette (Larry Page, nuovo CFO, era assente all’appuntamento) hanno infatti tentato di esplorare più a fondo le rilevanze della trimestrale, dopodiché la diffidenza si è riversata in borsa sul mercato after-hour: -5.52% nelle trattative after-hour.

La trimestrale Google vede una crescita anno su anno pari al 27%, con introiti giunti complessivamente a 8.58 miliardi di dollari. Il 69% giunge dai siti propri del gruppo, il 32% da siti partner. AdSense veicola nelle casse di Mountain View 2.43 miliardi di dollari nel trimestre, avendo pertanto in capo il 28% delle entrate complessive. La crescita è pertanto garantita e continua, sostanzialmente all’insegna di quanto verificatosi in passato, pur vedendo ridotto il margine: il netto del gruppo passa da 1.96 miliardi a 2.3 miliardi, vedendo così ridotto il ritmo assoluto di crescita del gruppo. E la cosa ha un motivo di fondo facilmente identificabile.

Rispetto al passato, infatti, v’è una voce a preoccupare gli analisti: i costi del gruppo sono pesantemente aumentati, passando da 1.84 a 2.84 miliardi di dollari. L’aumento è addebitabile ai maggiori costi relativi alla forza lavoro del gruppo ed alla necessità di investire per il lancio di nuovi prodotti, ma la realtà è quella di una voce che sale repentinamente nel passivo a bilancio e tali indicazioni non sono mai ben accette dagli investitori i quali gradiscono ordine e rigore da questo punto di vista.

Interessante è il fatto che Pichette durante la propria presentazione abbia fatto più volte riferimento a Chrome come elemento essenziale dell’attività del gruppo. Il tutto con un motivo importante a supporto della propria tesi: «tutti coloro i quali usano Chrome sono utenti garantiti in termini di accesso a Google»: la disponibilità di uno strumento facilitato per l’accesso al motore, infatti, garantisce le query senza suggerire il passaggio ad altri motori e la cosa sembra motivare in modo sostanziale gli investimenti di Chrome nel settore (oltre al fatto di avere uno strumento snello in grado di ottimizzare l’esperienza utente sui prodotti di Mountain View).

Le casse del gruppo contano al 31 marzo 2011 qualcosa come 36.7 miliardi di dollari di riserve. Il gruppo conta in tutto 26.316 dipendenti in tutto il mondo, in aumento di circa 2.000 unità rispetto al trimestre precedente.

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