Google: nessun accordo con gli editori europei

Un portavoce di Google smentisce l'ipotesi di veder replicato in altri paesi europei l'accordo da 60 milioni di euro firmato con gli editori francesi.
Google: nessun accordo con gli editori europei
Un portavoce di Google smentisce l'ipotesi di veder replicato in altri paesi europei l'accordo da 60 milioni di euro firmato con gli editori francesi.

Google smentisce categoricamente di aver intavolato una trattativa per replicare l’accordo siglato con gli editori francesi in altri paesi europei: lo aveva chiesto nei giorni scorsi Francisco Pinto Balsemão, numero uno dell’European Publishers Council, auspicando un’apertura del gruppo californiano nei confronti delle richieste avanzate da un settore che sta risentendo globalmente del momento difficile a livello economico. È quanto emerge da una dichiarazione rilasciata sulle pagine di TechCrunch da un portavoce di bigG.

Siamo sempre felici di poter parlare agli editori per trovare iniziative capaci di indirizzare traffico, impegno e profitti, ma al momento non abbiamo in vista la creazione di un fondo al di fuori della Francia.

Si fa ovviamente riferimento ai 60 milioni di euro messi sul piatto da Google, che costituiranno il Digital Publishing Innovation Fund, fondo destinato a sostenere le redazioni giornalistiche e le altre realtà operanti nell’editoria francese per agevolarne il passaggio al mondo digitale. In questo modo il motore di ricerca potrà continuare a indicizzare titoli ed estratti delle notizie, guadagnando dalle inserzioni pubblicitarie ed evitando l’ennesima causa legale per motivi legati al copyright. Un accordo simile è stato firmato a fine 2012 in Belgio, dove bigG ha messo a disposizione il proprio advertising per incrementare la presenza sul Web delle testate.

Anche la Germania ha già preso in considerazione il problema, con una proposta di legge che, se approvata, costringerà Google News e gli altri aggregatori di notizie a versare una quota per la pubblicazione degli snippet, ovvero degli estratti indicizzati sul motore di ricerca. Di certo si tornerà a parlare della questione, soprattutto perché quanto avvenuto in Francia può essere considerato a tutti gli effetti come un precedente e portato all’attenzione degli organi giudiziari in caso di nuove dispute nel vecchio continente.

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