Google News, il punto

Nella giornata di ieri le novità relative a Google News hanno creato una certa confusione e molte fonti hanno riportato una versione distorta della prossima nuova versione del servizio. Una piccola puntualizzazione, quindi, ed una riflessione:

  • Gli editori che vorranno celare i propri contenuti a Google potranno farlo. Non scompariranno né dal motore, né da Google News. Semplicemente verrà soltanto indicizzata la parte visibile (titolo e abstract) ed una apposita segnalazione renderà evidente l’accesso a pagamento alla pagina
  • Gli editori che vorranno fornire una versione a pagamento pur fornendo la versione completa delle proprie pagine a Google potranno farlo. Google autorizzerà, per ogni singolo utente, 5 accessi giornalieri “full” e “free” a questo tipo di pagine. Una volte giunti sulla pagina, ogni click sarà a pagamento. Dopo il quinto accesso, inoltre, Google richiederà identificazione e pagamento prima di procedere alla lettura di una ulteriore pagina chiusa

Google promette eguale trattamento tanto per le pagine “chiuse” quanto per le pagine “aperte”, determinando il posizionamento delle pagine senza apporre alcuna forma di giudizio basata su questo parametro. Questa considerazione, però, potrebbe nascondere qualcosa.

A meno di cambiamenti e adattamenti ad hoc sull’algoritmo, infatti, le fonti a pagamento potrebbero uscirne penalizzate. Questo perché, con il passare del tempo, l’introduzione di un paywall potrebbe ridurre accessi, link e citazioni. Una fonte con meno accessi, link e citazioni ne uscirebbe con posizionamenti peggiori, traffico ridotto e ne sarebbe pertanto penalizzata.

Ora: ha vinto Murdoch perchè ha costretto Google ad accettare i pagamenti, oppure sta nuovamente vincendo Google perché rimane sempre e comunque a metà strada tra l’utente e il contenuto occupando l’intera carreggiata con la propria posizione dominante?

La prossima parola spetta a Murdoch.

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