Google non intende pubblicare la sentenza belga

Google fa sapere di non avere alcuna intenzione di pubblicare il testo integrale della sentenza che ha vietato la pubblicazione su Google News dei contenuti dei giornali belga. Tale indicazione è considerata esagerata e inappropriata. Si prepara l'appello
Google fa sapere di non avere alcuna intenzione di pubblicare il testo integrale della sentenza che ha vietato la pubblicazione su Google News dei contenuti dei giornali belga. Tale indicazione è considerata esagerata e inappropriata. Si prepara l'appello

Google respinge la sentenza belga su tutta la linea, ma c’è un punto in particolare su cui non intende transigere: la sentenza stessa non finirà mai sulle pagine del motore di ricerca così come richiesto, e questo sarà il primo punto di scontro nel momento in cui in sede d’appello verrà ridiscusso il tutto.

Il caso è quello del processo che ha visto Google veder inibita la possibilità di immettere particolari contenuti sul suo distaccamento belga di Google News. Il problema è stato superato ovunque (anche con un accordo trovato con Associated Press), non in Belgio: i giornali nazionali non possono finire nell’aggregatore di Google, così è stabilito. Parallelamente il testo integrale della sentenza avrebbe dovuto finire tanto su google.be quanto su news.google.be, ma su questo punto scattano le ire di Mountain View.

Una comunicazione firmata Steven Langdon fa sapere che Google è in profondo disaccordo con la sentenza in quanto Google News non fa altro che favorire i giornali online portando loro traffico e utenza. La pubblicazione della sentenza, poi, è giudicata inutile in quanto proprio tramite Google News il caso ha avuto grande pubblicità e semplicemente cliccando sui vari riferimenti riportati è possibile averne totale copertura informativa (anche se presumibilmente la sentenza ha un senso proprio nella sua complessità: la pubblicazione integrale del testo va a coprire la mancata copertura informativa derivante dalla rimozione delle fonti belga dall’indice dell’aggregatore colpevolizzato).

Nel caso in cui Google non si attenesse alle imposizioni della corte sono già previste pesanti penali pronte a scattare per ogni singolo giorno di ritardo. Google ha già preannunciato di voler ricorrere in appello per difendere la propria creatura da una sentenza che diventerebbe un pericoloso precedente pronto a trovar seguito anche in altri paesi ove il servizio di aggregazione news può essere interpretato come una aggressione alla stampa ed un modo per defraudare le fonti originali di utenza, informazioni ed immagini.

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