Google pubblica erroneamente le previsioni 2006

Un documento apparentemente pubblicato per errore stimerebbe a poco più di 9 milioni di dollari le entrate per il 2006 contro i 6 milioni del 2005: un +50% che conferma una crescita in rallentamento e che getta alcune ombre sul titolo GOOG
Google pubblica erroneamente le previsioni 2006
Un documento apparentemente pubblicato per errore stimerebbe a poco più di 9 milioni di dollari le entrate per il 2006 contro i 6 milioni del 2005: un +50% che conferma una crescita in rallentamento e che getta alcune ombre sul titolo GOOG

Per quello che viene definito un errore, Google ha pubblicato sul proprio sito web una stima finanziaria relativa alle aspettative di introito previste per il 2006. Il dato emergente, pur non avendo valore ufficiale, non è stato smentito nel merito (è solo stato retrodatato ad una previsione di fine 2005) ed ha così spinto ad immediate speculazioni sospingendo al ribasso le azioni del gruppo nel mercato after hour.

Il documento, secondo Google, sarebbe stato utile semplicemente ad un uso interno e non sarebbe nato come autentica comunicazione finanziaria. Tra i contenuti emerge in particolare il dato secondo cui le «ad revenue» (entrate da pubblicità) dovrebbero crescere dai 6 milioni di dollari del 2005 ai 9.5 milioni del 2006. Il dato è polivalente in quanto da una parte consolida lo status di una azienda in grande crescita sotto ogni punto di vista, ma dall’altra denota un rallentamento (previsto ed anticipato con tutte le conseguenze del caso) rispetto alle attese della comunità finanziaria. Google ha però smentito una ulteriore sollecitazione secondo cui i margini di AdSense sarebbero in progressivo assottigliamento anche oltre il 2006.

Il titolo è particolarmente sotto la lente degli analisti in questi giorni in quanto da una parte vi sono le notizie positive che giungono dal CeBit (anche BenQ, oltre a Sony, entra in partnership con il gruppo di Mountain View) e dall’ipotizzato GDrive, mentre dall’altra v’è la sensazione di un artificioso sgonfiamento del valore azionario al fine di evitare traumi improvvisi su un titolo che per tempo ha sorvolato i 400 dollari. Se quest’ultima ipotesi fosse un giorno confermata, quelli che sembrano essere paradossali errori di comunicazione potrebbero ricoprire un significato diverso ed essere interpretati in tutt’altro modo.

Un aspetto di tutta importanza in questo contesto è rappresentato dalla grande liquidità a disposizione di Google, capitale fresco al quale il gruppo vorrebbe mettere mano nel 2006 per lanciar nuovi prodotti e servizi. L’impatto delle novità con il mercato costituirà probabilmente un fondamentale crocevia per il titolo e per il ruolo che il gruppo potrà ricoprire in futuro.

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