Google Shopping apre i battenti negli USA

Google Shopping è ora disponibile per tutti gli utenti degli Stati Uniti e mira a fare concorrenza ad Amazon.
Google Shopping apre i battenti negli USA
Google Shopping è ora disponibile per tutti gli utenti degli Stati Uniti e mira a fare concorrenza ad Amazon.

Google di recente ha perso terreno rispetto ad Amazon nella ricerca di prodotti: un numero sempre maggiore di utenti sta effettuando infatti ricerche direttamente sul noto rivenditore online, di conseguenza sono molte le che aziende hanno spostato il proprio budget pubblicitaro da BigG ad Amazon: ma la nuova pagina Google Shopping è ora online per gli utenti degli Stati Uniti.

Annunciata per la prima volta a maggio, personalizza i suggerimenti di acquisto in base all’attività web degli utenti, indirizzandoli ad acquistare prodotti sia direttamente da Google, che da un rivenditore di terze parti o in negozi vicini. Il colosso della ricerca non si occuperà dello stoccaggio né della spedizione, ma offrirà la garanzia su determinati prodotti e rimborserà i clienti qualora non dovessero ricevere quanto acquistato con puntualità. Google Shopping è stato testato in mercati selezionati, tra cui la Francia.

La maggior parte delle offerte di prodotti provengono da rivenditori con cui la società di Mountain View ha stretto una partnership, tra cui Boxed, Walmart, Costco Wholesale e Target. La nuova piattaforma è attiva per gli utenti che hanno effettuato l’accesso ai propri account Google. Una delle funzioni più utili è probabilmente quella relativa ai suggerimenti di acquisto personalizzati, che si basano sulla cronologia di navigazione e sull’attività web di ogni utente.

Sarà interessante vedere quanto tempo impiegherà il portale Shopping ad arrivare anche in Europa, altro continente in cui Amazon fattura tantissimo. Intanto, il gigante di internet si trova ad affrontare una maximulta dovuta alla violazione della privacy dei bambini attraverso YouTube, così come all’esborso di 13 milioni di dollari per chiudere il caso Wi-Spy (che minaccia la società dal 2010).

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