Greenpeace boccia Apple, Amazon e Microsoft

Greenpeace boccia Amazon, Apple e Microsoft con il suo rapporto How Clean is Your Cloud?, e promuove invece Google, Facebook e Yahoo.
Greenpeace boccia Amazon, Apple e Microsoft con il suo rapporto How Clean is Your Cloud?, e promuove invece Google, Facebook e Yahoo.

Greenpeace ha pubblicato il rapporto “How Clean is Your Cloud?” (Nuvola digitale. Quanto è pulita?), tramite cui l’associazione va ad informare circa le scelte energetiche di quattordici delle principali compagnie IT del mondo. Bocciati grossi nomi del mondo tecnologico quali Microsoft, Apple e Amazon, promosso invece l’operato di Google, Yahoo e Facebook.

L’associazione ambientalista ha scandagliato gli 80 centri dati appartenenti alle più grosse società IT e fa notare come il problema delle fonti energetiche impiegate per alimentare gli stessi sia di assoluta e fondamentale importanza: a quanto pare, i server su cui sono immagazzinati i dati richiedono un quantitativo enorme di elettricità. Il paragone fatto da Greenpeace offre un esempio ben chiaro: alcuni data center arrivano a consumare quanto 250 mila abitazioni di cittadini europei.

Nello specifico, Greenpeace spiega che Apple, Amazon e Microsoft sono tre fra quelle aziende IT davvero a corto di approvvigionamento di energia pulita per i propri data center; l’azienda di Tim Cook ha replicato sottolineando che utilizzerà 20 megawatt di energia presso l’impianto a Maiden, North Carolina, ma Greenpeace ha sminuito l’investimento di Cupertino spiegando che stima che in realtà ne utilizzerà 100. «Coprirà solo il 10% della loro produzione complessiva per il data center», dichiarazione nettamente contrastante da quella diramata da Cupertino, che ha spiegato con un comunicato che «crediamo che questo progetto leader del settore farà di Maiden il data center più verde mai costruito, e sarà affiancato il prossimo anno dal nostro nuovo impianto in Oregon che sfrutterà al 100% energie rinnovabili».

Pollice verso anche per Amazon, che utilizza un mix di combustibili fossili non puliti nei server necessari a sostenere la propria piattaforma di cloud computing, con sede nel Nord Virginia. Quella di alcune grandi aziende non è pertanto una strategia aziendale non del tutto approvabile, ed è questo il punto su cui focalizza la propria analisi Salvatore Barbera della campagna Energia e Clima di Greenpeace:

Quando condividiamo musica o foto usando il cloud computing vogliamo essere certi che la nuvola digitale sia alimentata con energia pulita e sicura. Eppure, compagnie IT innovative come Apple, Amazon e Microsoft stanno costruendo data center che utilizzano il carbone e il nucleare e si comportano come se tutto ciò non interessasse ai loro clienti. Ma si sbagliano. Alcune compagnie come Google, Yahoo e Facebook stanno cominciando a guidare il settore sulla strada delle energie pulite, ma la maggioranza delle imprese continua a ignorare il problema. Visti gli enormi consumi in rapida crescita è necessario che tutti utilizzino energia pulita.

Un applauso va pertanto a Google, Yahoo e Facebook, i quali escono promossi da Greenpeace circa il modo in cui impiegano energie pulite per alimentare i propri data center, per il grado di trasparenza della loro strategia e per le campagne avviate finora.

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