I giganti del tech contro il terrorismo

Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube hanno stretto un accordo per combattere insieme la propaganda terroristica online.
Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube hanno stretto un accordo per combattere insieme la propaganda terroristica online.

Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube hanno lanciato una partnership volta a combattere il fenomeno della propaganda terroristica online. Il “Global Internet Forum to Counter Terrorism” si basa su diverse iniziative che sono state progettate per eliminare i materiali di reclutamento terroristici da internet e promuovere un’azione di contronarrazione verso le potenziali reclute. Il forum dovrebbe agevolare i suoi membri a cooperare tra di loro, nonché con i governi, le società più piccole e le organizzazioni non governative.

Lo scopo del forum è quello di evolversi nel tempo, ma i suoi obiettivi principali sono il miglioramento della tecnologia per la rilevazione del materiale terroristico, la creazione di migliori pratiche per affrontare l’estremismo e l’odio online e la condivisione di informazioni sui rispettivi strumenti di intervento come il Redirect Method di Google che mette pubblicità anti-terrorismo accanto a parole chiave popolari per le potenziali reclute dell’ISIS. Il forum sarà anche partner del comitato anti-terrorismo delle Nazioni Unite ospitando una serie di workshop.

Twitter descrive il forum contro il terrorismo come una crescita del Forum Internet dell’UE e dell’Hash Database. L’Internet Forum lanciato nel 2015, è un partenariato pubblico-privato che studia i metodi migliori per identificare e rimuovere la propaganda e l’odio del terrorismo. L’Hash Database, invece, è un database condiviso di impronte digitali di immagini e video legati alla sfera del terrorismo per fare in modo che questi elementi possano essere eliminati rapidamente da una piattaforma una volta individuati.

Queste iniziative sono in parte una risposta alla pressione dei governi europei che hanno spinto le aziende a limitare il fenomeno dell’hate speech. Ciò ha preoccupato alcuni sostenitori della privacy negli Stati Uniti dove le regole sulla libertà di parola sono più ampie.

Le società hanno, infine, affermato che in futuro condivideranno maggiori informazioni su questo progetto.

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