i2hub, P2P alla velocità di Internet2

Si chiama i2hub e rappresenta il volto nuovo del P2P: sfruttando banda non usata nel flusso di Internet2, alcuni studenti hanno messo a punto un sistema di scambio file ad altissima velocità. RIAA sull'attenti, stizziti i puristi della nuova rete.
Si chiama i2hub e rappresenta il volto nuovo del P2P: sfruttando banda non usata nel flusso di Internet2, alcuni studenti hanno messo a punto un sistema di scambio file ad altissima velocità. RIAA sull'attenti, stizziti i puristi della nuova rete.

Internet2, la rete di navigazione ad altissima velocità che solo nei giorni scorsi aveva raggiunto l’incredibile record di trasmissione di 6.25 Gigabit (Gbps) in un secondo, evidenzia ampi vantaggi tecnologici rispetto alla Internet normale, ma ai primi passi ne manifesta gli stessi limiti etici/teorici (oltretutto amplificati dalla velocità raggiunta dalla trasmissione). Ed è così che uno dei primi ostacoli emergenti è quel P2P che le major musicali fanno di tutto per osteggiare.

Il P2P alternativo basato sulla rete veloce (che ha come punto di riferimento il sito http://www.i2hub.com/) coinvolgerebbe già migliaia di studenti sparsi in oltre cento poli universitari connessi a Internet2. Considerato l’elevato potenziale di tale Rete è facile immaginare come il traffico inerente allo scambio di file possa raggiungere picchi di tutto rispetto, andando così in qualche modo a inificiare l’opera ostruzionistica che la RIAA sta da tempo portando tra gli studenti (con denunce casuali tra coloro i quali hanno scambiato file illegali sfruttando le infrastrutture universitarie).

Dietro il buon proposito (evidenziato a fonti CNET da uno degli ideatori della struttura, tale anonimo “Ttol”) si cela però un pericolo che le major hanno già nel mirino. In particolare sfruttando questo nuovo canale molti studenti potrebbero aggirare i filtri che alcuni campus hanno introdotto nell’analisi del traffico prodotto all’interno dell’università, donando così al file-swapping una corsia preferenziale di sviluppo.

Duro nei confronti del fenomeno è Greg Wood, direttore della comunicazione di Internet2: «le regole per l’uso della rete sono molto chiari: non si può usare Internet2 in modo illegale». Ancora più esplicito Marc Ray, rappresentante della Florida University. Quest’ultimo, sottolineando come tale rete sia nata con finalità prettamente collegate alla ricerca, evidenzia il fatto che «la rete costa molto, e scaricare giochi e musica dovrebbe essere l’ultima priorità all’interno di un campus».

Lo scambio di file su Internet2 nasce, non a caso, nel mondo universitario. Ambiente ideale per la proliferazione del file sharing e ambito dall’accesso alla nuova Internet2, il mondo dei campus approfitta della situazione di sconvolgimento degli equilibri nei quali era cresciuto il tradizionale P2P per cercare nuove vie di fuga per il fenomeno. Teoricamente il nuovo P2P è semplicemente un esperimento in grado di sfruttare banda non utilizzata, diminuendo così il peso specifico dei costi della connettività universitaria.

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