IBM nel mirino dell'antitrust europea

Due indagini avviate dalla Commissione Europea nei confronti di IBM, per chiarire eventuali comportamenti scorretti nei confronti della concorrenza e relativi a possibili abusi di posizione dominante
Due indagini avviate dalla Commissione Europea nei confronti di IBM, per chiarire eventuali comportamenti scorretti nei confronti della concorrenza e relativi a possibili abusi di posizione dominante

Come già accaduto nell’autunno scorso, le attività di IBM legate al settore mainframe sono al centro delle attenzioni di una commissione antitrust. Questa volta è il mercato europeo ad essere preso di mira, con due indagini volte a chiarire eventuali comportamenti scorretti dell’azienda nei confronti dei concorrenti. La prima è stata avviata su segnalazione di altre due realtà operanti nel campo, più specificatamente T3 e Turbo Hercules, mentre la seconda ha preso il via su iniziativa diretta della Commissione Europea.

8,5 miliardi di euro a livello mondiale, tre dei quali nel solo continente europeo. Cifre non di certo trascurabili per un business le cui dinamiche potrebbero essere state falsate da un possibile abuso di posizione dominante da parte di IBM. Notificata l’accusa, l’azienda l’ha prontamente rispedita al mittente senza perdere tempo, rendendo fin da subito chiara quella che sarà la propria linea di difesa: «T3 e TH rappresentano soltanto il terminale di un’operazione ben più grande, con altri protagonisti intenzionati a sfruttare le nostre tecnologie senza mettere in campo investimenti adeguati».

Il ruolo della Commissione, nel dettaglio, sarà quello di chiarire se davvero IBM chiude la porta all’adozione di sistemi sviluppati da terzi per le sue soluzioni e se, in alcune situazioni, ha messo in atto comportamenti discriminatori nei confronti delle realtà che si occupano dei servizi assistenza sui propri server, limitando talvolta l’accesso alle componenti di cui l’azienda rappresenta al momento l’unico fornitore.

Va comunque specificato che attualmente non vi è alcuna prova verificata che accerti violazioni concrete. Si tratta solamente di una dichiarazione d’intenti per l’avvio delle due indagini. La strategia difensiva, che comunque appare sin d’ora ben chiara, getterà pertanto le proprie basi sulla teoria per cui dietro le rimostranze di T3 e TH ci sia nella fattispecie Microsoft, intenzionata a fagocitare parte del mercato in questione senza passare attraverso un concreto impegno in termini economici, di ricerca e di sviluppo.

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