Il bicchiere mezzo pieno della Rete .it

Una ricerca commissionata dall'Istituto di Informatica e Telematica del Cnr (Iit-Cnr) conferma i dati che già trapelavano: 1 italiano su 2 non conosce il Web. L'Italia è divisa in due: meglio il Nord del Sud, meglio l'azienda che non il privato
Una ricerca commissionata dall'Istituto di Informatica e Telematica del Cnr (Iit-Cnr) conferma i dati che già trapelavano: 1 italiano su 2 non conosce il Web. L'Italia è divisa in due: meglio il Nord del Sud, meglio l'azienda che non il privato

«L’indagine di Pragma, forte di 2.150 interviste (1.200 alla popolazione, 800 alle aziende e 150 agli opinion leader), è un ritratto in chiaroscuro del rapporto tra gli italiani e la rete: se usa la rete il 66,8% delle aziende, la percentuale sale fino al 93% quando le imprese hanno più di 5 addetti, sono nel Nord Italia e operano nel settore immobiliare. Gli opinion leader (giornalisti, parlamentari, funzionari della pubblica amministrazione, esponenti del mondo universitario e della cultura) si informano e scambiano informazioni sul web pressoché quotidianamente quasi senza eccezioni: 98,7%. Per il campione relativo alla popolazione, invece, la penetrazione di Internet non va oltre il 52,6%: meglio gli uomini delle donne, i più giovani e scolarizzati».

Il bicchiere è mezzo vuoto, dunque non resta che misurare la metà piena: in poche righe c’è lo spaccato dell’Italia a due velocità che a fine 2009 sta guardando alla Rete ancora come fenomeno da abbracciare con convinzione. Il sondaggio è di tutto rilievo poiché commissionato dall’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr (Iit-Cnr) ed inoltre in quanto confermante i dati provenienti dall’UE pur partendo su basi differenti. Il lavoro sotto commissione della Pragma, infatti, fotografa il paese dal suo interno, basandosi su un sondaggio diretto e costruendo i numeri partendo da un campione rappresentativo invece che da rilievi statistici basati sul numero degli abbonamenti contratti. L’esito di entrambe le metodologie di ricerca è però pressoché unanime: c’è un’Italia che conosce il Web e lo usa, ma c’è anche un’Italia che vive totalmente al di fuori della cultura digitale.

«Per quanto concernente l’uso del Web in azienda, risulta che « il 79,2% delle imprese usa la rete tutti i giorni e il 7,6% spesso; l’occasione è dettata da motivi di lavoro (69%), ricerca informazioni e aggiornamento (44,4%), comunicare e informare (28,2%) o scambiare dati (18,5). Il 17,6% usa Internet anche per effettuare transazioni e pagamenti. Solo il 38,7% del campione, però, dispone di una rete aziendale interna Intranet».

Nel privato la situazione è invece ben peggiore. Poco più della metà del campione intervistato, infatti, dichiara di usare gli strumenti ed i contenuti del Web: «Meglio gli uomini (naviga il 66,6% dei maschi) delle donne (40%), il Nord Italia (53,6%) rispetto al Centro (52,9%) e al Sud (51,2%). La frequenza d’uso è invece sostanzialmente elevata: il 74,4% degli intervistati dichiara di fare un utilizzo elevato, se non quotidiano (53,1%), del web. Entrambi i valori crescono al Centro Italia, in proporzione al titolo di studio, tra gli uomini e nelle fasce d’età più giovani. Come per le aziende, anche tra la popolazione l’attività più frequente è ricercare informazioni (45,1%), seguita dalla posta elettronica (37,5%9, dal lavoro (36,3) e dallo svago (27%). Il 23,6 per cento del campione usa la rete anche per comunicare e socializzare, mentre lo studio si ferma al 12,6%».

«Per quanto riguarda i domini, ne possiede uno proprio l’84,4% delle imprese intervistate ma solo un terzo circa dei cittadini e degli opinion leader. Anche la posta elettronica personalizzata [tiziocaio@tiziocaio.it invece dei tradizionali Hotmail, Gmail o Yahoo] non ha ancora sfondato: la possiede solo metà delle imprese e appena l’1,4% dei cittadini. Il suffisso italiano è comunque il punto di riferimento dei titolari di un nome a dominio: l’82,2% ha un nome .it. E praticamente la totalità del campione intervistato, pensando a Internet, vi associa l’estensione .it: l’associazione immediata al concetto di “italianità” lo fa preferire al dominio generico .com, considerato a vocazione più commerciale».

Il sondaggio si inserisce nel contesto delle iniziative del Registro per la valutazione del rapporto tra italiani e “.it” e la promozione del dominio stesso come firma del “made in Italy” sul Web. Una campagna promozionale sta per partire tanto sull’utenza di massa, quanto sul target business, quanto ancora in ambito scolastico: «nel 2010 partirà anche l’iniziativa del Registro .it nelle scuole: 3.000 istituti superiori italiani parteciperanno al quiz che trasforma la registrazione dei domini .it in un gioco interattivo aperto a tutti gli studenti, naturalmente on line».

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti