Il Decreto Romani continua a far discutere: le risposte di AGCOM e Commissione Europea

Non accennano a placarsi le polemiche attorno al controverso Decreto Romani, dopo le prime levate di scudi provenienti dal Web e dalla stampa, arrivano adesso le reazioni di diversi esponenti politici nonché delle stesse autorità europee e italiane.

Per tutti, il decreto è apparso fin da subito lesivo dei principi su cui si fonda la Rete stessa e in particolari siti di videosharing come YouTube, quei siti che, in base al testo presentato, dovrebbero essere costantemente monitorati al fine di evitare la pubblicazione di materiale per cui non si dispone dei diritti d’autore, equiparando quindi il Web ad altri media tradizionali come la televisione, ad esempio.

Se la reazione del Web, di Google e dell’opinione pubblica generale può sembrare ovvia e scontata, vanno registrate invece le prese di posizioni, non ancora ufficiali ma sicuramente indicative, della Commissione Europea e dell’AGCOM.

Secondo alcune fonti, la Commissione Europea ha aperto un dossier sulla vicenda che testimonia le perplessità relative al ruolo che il Decreto sembra riservare ai provider o ai gestori di portali video, obbligati di fatto a vigilare sui contenuti della Rete in maniera preventiva e in contrasto con le norme comunitarie in materia.

Dello stesso parere AGCOM, che per voce dello stesso presidente Calabrò esprime contrarietà all’introduzione dell’obbligo di autorizzazione per poter diffondere immagini sul Web.

Non mancano infine le inevitabili polemiche a sfondo politico che vedono una correlazione con la vicenda Mediaset-Google, per cui c’è anche chi, come il presidente di AIIP Paolo Nuti, parla di decisione orientata in un senso ben preciso:

Per come è scritto, il decreto potrebbe di sicuro aiutare Mediaset nella causa contro Google.

Un concetto ribadito ancora con più convinzione dall’ex-ministro Paolo Gentiloni, che sul suo blog personale afferma:

Questo decreto è un vero scandalo. Oltre a questa norma anti Web ci sono diversi regali a Mediaset (dalla pubblicità ai programmi digitali) e c’è l’eliminazione delle norme introdotte dai Governi Prodi a favore della produzione indipendente di fiction e del cinema italiano. Il tutto con un decreto che prevede solo pareri parlamentari “non vincolanti” e ancora una volta trasforma il Parlamento in una casella postale. Oggi è cominciata la battaglia nostra, dell’Idv e dell’Udc nelle commissioni parlamentari. Nei prossimi giorni sono certo che la mobilitazione crescerà sia online che offline.

Il fronte dei contrari, tra esponenti politici dell’opposizione e le varie autorità europee e non solo, si allarga a dismisura e aumenta quindi il coro delle voci di protesta verso l’introduzione di queste norme.

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