Il portavoce dei LulzSec ha 18 anni

Il portavoce dei LulzSec è stato arrestato e rilasciato: ha appena 18 anni, si è mostrato collaborativo ed ha negato ogni coinvolgimento negli attacchi.
Il portavoce dei LulzSec è stato arrestato e rilasciato: ha appena 18 anni, si è mostrato collaborativo ed ha negato ogni coinvolgimento negli attacchi.

Il portavoce del team LulzSec ha appena 18 anni. Capelli corti, occhiali da sole, postura fiera e camicia azzurra: Jake Davis, alias “Topiary”, si è presentato a Londra davanti al giudice Howard Riddle per ricevere la libertà provvisoria dopo gli arresti dei giorni scorsi. Dovrà in seguito rispondere in prima persona delle gravi accuse che pendono sul nome dei LulzSec, uno dei gruppi cracker più attivi degli ultimi mesi al fianco degli Anonymous.

Il ragazzo ha negato ogni responsabilità ed ogni coinvolgimento negli attacchi. Tuttavia le perquisizioni hanno portato al sequestro di vario materiale informatico ritrovato presso l’abitazione, tra i quali un laptop Dell e 100 GB di storage esterno contenenti i dettagli di oltre 750 mila persone le cui informazioni sono state trafugate online attraverso attacchi vari. Di questo materiale e di altre circostanze il ragazzo dovrà fornire una spiegazione per evitare di fungere da capo espiatorio del movimento intero.

Jake Davis ha spiegato però finora di aver soltanto fatto da portavoce, senza aver mai messo le mani in pasta: il suo ruolo sarebbe stato semplicemente quello di rilanciare le iniziative delle due bande di cracker. Il giudice ha accettato di rilasciarlo temporaneamente dagli arresti in considerazione della sua tenera età e dello “shock” avuto a seguito dell’improvviso incedere degli eventi. Il ragazzo è infatti in queste ore al centro dell’attenzione per quanto avvenuto, ma non sembra tuttavia subire troppo la pressione dei media. Presentandosi di fronte al magistrato, anzi, ha dato sfoggio delle proprie convinzioni portandosi appresso una copia del libro “Free Radicals: the Secret Anarchy of Science” di Michael Brooks: genio e sregolatezza, riassunti in un libro che si fa manifesto programmatico.

Il ragazzo si è peraltro dimostrato estremamente collaborativo: ha consegnato agli inquirenti tutte le password per l’accesso ai dati conservati nei device sequestrati, pur ammettendo la possibilità per cui alcuni account online (Twitter, ad esempio) possano già aver vista cambiata la password ed inibito quindi l’accesso.

Jake Davis potrà godere della libertà personale, ma al momento non potrà avere accesso al Web (nemmeno da smartphone) e dovrà pernottare presso l’abitazione dei genitori. Questi ultimi hanno rifiutato di rispondere alle domande della stampa.

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