Il Texas cita in giudizio Meta per aver raccolto dati di riconoscimento facciale

Ancora guai per Meta: il Texas gli fa causa per aver utilizzato senza consenso i dati biometrici di milioni di utenti texani.
Ancora guai per Meta: il Texas gli fa causa per aver utilizzato senza consenso i dati biometrici di milioni di utenti texani.

Non c’è pace per Meta, praticamente circondata su tutti i fronti dalle Autorità europee e statunitensi. E’ di qualche ora la notizia che il Texas sta facendo causa alla società madre di Facebook con l’accusa di aver raccolto illegalmente i dati di riconoscimento facciale di decine di milioni di residenti per un decennio. La causa, depositata lunedì presso il tribunale distrettuale della contea di Harrison in Texas, sostiene che una funzione di foto-tagging del noto social, ora non più disponibile, ha raccolto le immagini dei cittadini texani senza chiedergli il consenso. Di fato, Facebook avrebbe archiviato milioni di dati biometrici contenuti in foto e video caricati dagli utenti.

Meta ancora in tribunale

La causa, intentata dal procuratore generale del Texas Ken Paxton, sostiene che dal 2010 al giugno 2011, Facebook “ha segretamente costretto milioni di texani a uno schema di riconoscimento facciale senza il loro consenso informato”. Di conseguenza, per i successivi dieci anni, decine di milioni di texani che sono apparsi su media caricati su quel social network hanno inconsapevolmente registrato la loro struttura facciale poi catturata da Facebook.

Quindi anche se Meta sostiene di avere interrotto la funzionalità dal novembre del 2021, mesi dopo aver chiuso un’azione legale collettiva in Illinois sullo stesso problema per 650 milioni di dollari, per il procuratore texano non ha importanza.

Ormai, a suo parere, l’azione è stata “ripetuta miliardi di volte”, in violazione del Capture or Use of Biometric Identifier Act del Texas e del Deceptive Trade Practices Act. Pertanto tale violazione della privacy ha portato alla sua decisione di denunciare l’azienda di Zuckenberg. In risposta alla causa, un portavoce di Meta ha dichiarato: “Queste affermazioni sono prive di merito e ci difenderemo vigorosamente”.

Per la cronaca, un dato biometrico fa riferimento alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di un individuo, che lo identifica in maniera univoca. Lo scorso anno il garante italiano bocciò il Sari Real Time, un software che il Ministero dell’Interno voleva adottare per l’identificazione in tempo reale dei cittadini. Il rischio era quello di una sua forte interferenza con la vita privata delle persone che potevano essere poi associate a particolari categorie di dati (ad esempio, quelli idonei a rivelare opinioni politiche, sindacali, religiose, orientamenti sessuali).

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