Il Vaticano si affida a Linux, Unix e Sophos

Il Vaticano può vantare un Ufficio Internet i cui sistemi sono basati su Unix e Linux e la cui protezione della posta elettronica è affidata a sistemi Sophos. Quando la sede papale era vacante alla Santa Sede sono arrivati 5 milioni di email
Il Vaticano può vantare un Ufficio Internet i cui sistemi sono basati su Unix e Linux e la cui protezione della posta elettronica è affidata a sistemi Sophos. Quando la sede papale era vacante alla Santa Sede sono arrivati 5 milioni di email

Un comunicato Sophos relativo ai lavori di protezione informatica accordati con la Santa Sede, in cui gli antivirus Sophos operano da tempo per garantire la sicurezza dei sistemi e degli operatori impegnati, permette di conoscere curiosi dettagli relativi all’impegno del Vaticano sul e tramite il web. Introduce il comunicato: «la volontà della Santa Sede di diffondere su un media pervasivo il messaggio della Chiesa Cattolica ha determinato la nascita dell’Ufficio Internet che ha gestito tutte le fasi per garantire la presenza del Vaticano sul Web. Nel tempo, la crescente mole di attività connesse all’utilizzo della Rete e della posta elettronica, ha indotto l’Ufficio alla ricerca di un partner in grado di fornire una piattaforma di soluzioni e servizi efficaci per la tutela dalle minacce informatiche: la scelta si è focalizzata su Sophos».

L’Ufficio Internet sarebbe sotto il controllo diretto della Segreteria di Stato: «opera attraverso due sedi fisicamente separate: la prima gestisce tutte le attività tecniche ed i progetti di innovazione tecnologica, mentre la seconda si occupa delle attività redazionali inerenti il sito istituzionale della Santa Sede e Vaticano. L’Ufficio Internet oggi è responsabile dell’amministrazione, oltre che del sito pubblico e dell’intranet che collega diversi Dicasteri della Curia Romana ed uffici della Città del Vaticano, anche dei 2.000 account di posta elettronica utilizzati da chi lavora in Vaticano e dunque della gestione dei flussi di posta elettronica sia interni che esterni alla Santa Sede».

Stefano Pasquini, Responsabile dell’Ufficio Internet della Santa Sede, sottolinea come tra il 2004 ed il 2005 siano state moltiplicate le attività gestite sul web: «in poco tempo abbiamo reso operativa una nuova sala macchine composta da oltre 130 server, implementando progetti evoluti come la nuova versione del protocollo TCP/IP (IPv6) ed il Multicast (IPv4/IPv6). È grazie a tale evoluzione dell’infrastruttura che abbiamo potuto affrontare in modo efficace la repentina crescita delle attività e dell’interesse aggregate attorno ad internet dalla morte del Santo Padre Giovanni Paolo II e dalla successiva elezione del nuovo Pontefice». Fin dagli inizi l’Ufficio Internet opererebbe su sistemi Unix e Linux.

Secondo quanto indicato, il periodo in cui la sede papale era vacante i messaggi mail ricevuti si sarebbero esponenzialmente moltiplicati mettendo alla prova i sistemi di filtraggio messi a punto a seguito dell’accordo con Sophos: «in tale periodo, si è passati da un flusso di 340.000 mail giornaliere a 5 milioni di messaggi al giorno. Pure Messagge si è rivelato decisamente efficace nell’affrontare questo enorme picco di traffico filtrando ed eliminando a livello di gateway 1,4 milioni di mail spam e virus ogni giorno».

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