Kazaa, guai rumeni per il colosso del P2P

Il codice di Kazaa sarebbe stato sviluppato in parte da un ragazzo che, lavorando come freelance, non era a suo tempo legato con Sharman Networks da alcun contratto. Il ragazzo rivendica ora i suoi diritti sul codice, e vuole 25 milioni di dollari.
Il codice di Kazaa sarebbe stato sviluppato in parte da un ragazzo che, lavorando come freelance, non era a suo tempo legato con Sharman Networks da alcun contratto. Il ragazzo rivendica ora i suoi diritti sul codice, e vuole 25 milioni di dollari.

Fabian Toader, rumeno, ad oggi programmatore Microsoft residente a Redmond. Il ragazzo non balza alle cronache per il presente ma per il passato: legato a Sharman Networks come freelance, egli dichiara di aver scritto parte del codice del noto Kazaa. Ed ora ne rivendica i diritti.

Toader non è nuovo a iniziative contro l’azienda regina del P2P, in quanto già nell’Agosto 2003 una vicenda legale vide le parti una contro l’altra. In questo nuovo caso (esploso con il deposito degli atti datato 4 Marzo) la richiesta è di 25 milioni di dollari come parziale compenso per gli introiti avuti dall’azienda grazie al codice scritto nel 2000: «Sharman ha fatto i milioni usando il mio software. Voglio solo avere un piccolo compenso per il mio contributo».

La tesi accusatoria di Toader si basa su di un semplice assunto (a quanto pare condiviso sia dalla giurisprudenza statunitense che da quella rumena): non essendo Toader legato a Sharman con nessun tipo di contratto al momento dello sviluppo del codice, il diritti sul codice stesso sarebbero d’ufficio assegnati al legittimo autore e non piuttosto ad un’azienda terza priva di alcun contratto.

Se tale tesi fosse confermata per Sharman Networks si tratterebbe di un ennesimo colpo basso che andrebbe ad aggiungersi ad un monte spese sempre più consistente a causa delle numerose cause legali in atto su più fronti. Ponendo in essere, di conseguenza, un non secondario pericolo per le basi economiche del gruppo.

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