La misteriosa luce dei viventi: scoperta l'emissione fotonica ultradebole

Un tenue bagliore, l'emissione fotonica ultradebole, svela i processi vitali di animali e piante. Studio rivela nuove applicazioni scientifiche.
La misteriosa luce dei viventi: scoperta l'emissione fotonica ultradebole
Un tenue bagliore, l'emissione fotonica ultradebole, svela i processi vitali di animali e piante. Studio rivela nuove applicazioni scientifiche.

Perché gli esseri viventi emettono una luce invisibile all’occhio umano? Questa domanda ha affascinato i ricercatori, portandoli a esplorare il fenomeno dell’emissione fotonica ultradebole (UPE). Questo bagliore impercettibile, presente in tutti gli organismi viventi, rappresenta un legame invisibile ma misurabile tra le diverse forme di vita.

L’UPE, che per anni è stata considerata solo un’ipotesi teorica, è oggi documentabile grazie a tecnologie avanzate. Recentemente, un team dell’Università di Calgary, guidato dal fisico Dan Oblak, ha utilizzato fotocamere ultrasensibili per studiare quattro topi glabri, analizzando la loro emissione luminosa prima e dopo il decesso. I risultati, pubblicati sul Journal of Physical Chemistry Letters, hanno mostrato che questa radiazione diminuisce drasticamente dopo la morte, dimostrando una stretta correlazione con i processi metabolici vitali.

L’origine di questa luminescenza sembra risiedere nei mitocondri, noti come le “centrali energetiche” delle cellule, e nella produzione di specie reattive di ossigeno (ROS) come i radicali liberi. Durante le reazioni metaboliche, questi processi rilasciano una quantità minima ma misurabile di fotoni, che costituiscono la base dell’UPE.

Oltre alla comprensione teorica, le applicazioni pratiche di questa scoperta sono sorprendenti. Ad esempio, monitorando l’emissione fotonica della pianta “ombrello” Heptapleurum arboricola, gli scienziati hanno osservato un aumento significativo della luminescenza quando le foglie venivano danneggiate o esposte a sostanze chimiche nocive. Questo risultato apre la strada a metodi non invasivi per valutare lo stress delle piante e degli animali, con potenziali benefici per l’agricoltura e l’ecologia.

Nonostante i progressi, rimangono interrogativi sulla funzione biologica dell’UPE. Alcuni ricercatori ipotizzano che possa avere un ruolo nella comunicazione intercellulare o nei meccanismi di difesa contro lo stress ossidativo. Altri, invece, lo considerano semplicemente un sottoprodotto del metabolismo.

Con il continuo perfezionamento delle tecnologie di rilevazione, questo campo di studio promette sviluppi rivoluzionari in medicina, agricoltura ed ecologia. Monitorare i processi vitali attraverso l’UPE potrebbe offrire strumenti innovativi per comprendere e preservare la vita in modo non invasivo.

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