La pozzanghera blogger

“Che cos’è Puddleblog? Le cronache di Puddleblog è l’epica avventura di una pozzanghera, pronta a vivere un futuro incerto.
E’ un blog. Sapete, per una pozzanghera. Nello specifico, la pozzanghera che adorna l’angolo tra Jay e Plymouth, due isolati a est del Manhattan Bridge.
Magari se questa faccenda riscuotesse successo, potremmo pensare all’eventualità di includere altre pozzanghere qualificate.

Non sarà particolarmente loquace, ma per lo meno è molto riflessiva. Almeno a giudicare dalla fotografie. E’ la protagonista di uno dei più curiosi blog emersi da quell’immenso cilindro di particolari stramberie che è il Web. Probabilmente ignorata e snobbata dalla maggior parte dei passanti, la pozzanghera semipermanente a est del Manhattan Bridge, uno dei mitici ponti sospesi che congiungono quella stretta e lunga lingua di terra che è Manhattan con Brooklyn, ha destato l’attenzione di un fotografo che è riuscito a cogliere qualcosa in più di una semplice chiazza d’acqua sull’asfalto.

A partire dai primi giorni di febbraio di quest’anno, la pozzanghera è stata così immortalata nelle condizioni di luce e atmosferiche più disparate: di giorno, di notte, al tramonto, di pomeriggio, all’alba, con la nebbia, col sole, con la pioggia e persino con la neve. Per nulla intimidita (come potrebbe esserlo altrimenti?), la pozzanghera si lascia fotografare senza particolari problemi, riflettendo tutto ciò che la sovrasta e che è in antitesi con la sua stessa esistenza, con il suo essere “così in basso”.

Puddleblog è principalmente una galleria fotografica. Una rappresentazione a tratti minimalista di un angolo qualsiasi di mondo, che sembra però non essere mai esistito fino a quando qualcuno non ha deciso di eternarlo in alcune fotografie e di mostrare queste ultime all’intero Pianeta attraverso la Rete. Si dice che gli alberi caduti nelle foreste senza lo sguardo vigile di un essere umano non siano in realtà mai caduti. In un certo senso, anche la pozzanghera all’angolo tra Jay e Plymouth ha trovato la propria voce solo quando qualcuno si è dimostrato disposto a capire la sua ontologia, lì tra le tante minuscole crepe dell’asfalto.

Scrivere un blog su una pozzanghera, e scrivere un post come questo sull’argomento, è una lucida dimostrazione dell’insostenibile leggerezza dell’essere oppure un semplice indizio dell’imminente fine del mondo?

Ai posteri, e alle pozzanghere, l’ardua sentenza…

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