La riscossa delle pop-up

Tra le varie forme di advertising la pop-up se la cava meglio del previsto: il 72% dei navigatori accetta la finestrella pubblicitaria come contropartita di contenuti di gratuiti. Secondo uno studio americano basta individuare il numero perfetto di pop-up tollerate dai navigatori.
Tra le varie forme di advertising la pop-up se la cava meglio del previsto: il 72% dei navigatori accetta la finestrella pubblicitaria come contropartita di contenuti di gratuiti. Secondo uno studio americano basta individuare il numero perfetto di pop-up tollerate dai navigatori.

I navigatori promuovono le pop-up: il 72% degli internauti trova normale l’apertura di una o più finestrelle pubblicitarie durante un’ora di navigazione. A rendere ben accetta questa forma di pubblicità è la prospettiva che gli introiti dalle pop-up vadano a compensare i siti per la produzione di contenuti e servizi da offrire gratuitamente agli utenti che altrimenti dovrebbero pagare.

Il riscatto della pop-up emerge dall’ultimo rapporto della Dynamic Logic dedicato allo studio delle reazioni all’advertising online sugli utenti americani che, nell’85% dei casi, ritengono la pubblicità una cosa necessaria per garantire l’esistenza dei siti.

La scoperta dell’uovo di colombo per i pubblicitari (e per i navigatori) consiste nel cogliere il numero giusto di pop-up da far aprire in modo tale da far passare il messaggio senza infastidire il navigatore.

Il numero perfetto

Se si taglia fuori il 28% dei navigatori che trova assolutamente inaccettabile questa forma di advertising online, la maggior parte degli altri utenti intervistati trova tollerabile le pop-up tra un numero che oscilla tra 1 e 7 per ogni ora di navigazione.

Secondo quanto emerge dallo studio dell’istituto americano esperto di ricerca nel marketing il numero perfetto di pop-up si muove tra il 2 ed il 6, almeno statisticamente parlando.

Difatti del 72% dei favorevoli alla pop-up, il 47% ha indicato in questo range la soglia di tolleranza. Vista da vicino la cifra è così distribuita: per il 26% il numero perfetto è di 2- 3 pop-up; per il restante 21% la tolleranza sale ad un massimo di 6 finestrelle.

All’estremità della rilevazione statistica troviamo uno sparuto 7% con 7 pop-up e il 18% che riesce ad accettarne 1 sola, il tutto sempre per ogni ora di navigazione.

Per una pop-up in più

Quando si pone l’alternativa di scegliere tra pubblicità e pagamento le reazioni dei navigatori interpellati sembrano smentire la proverbiale diffidenza verso le pop-up.

È vero che in questo caso le finestrelle pubblicitarie restano pur sempre subalterne al caro vecchio banner ma riescono a spuntarla su altre forme di advertising più collaudate.

Secondo lo studio della Dynamic Logic la pop-up è decisamente più gradita del telemarketing, una forma di pubblicità spesso intrusiva ma ormai ampiamente collaudata dal tempo, collocandosi ex aequo per indice di gradimento agli spot televisivi e al direct mail.

Nel corso del 2001 le finestrelle pubblicitarie che si aprono visualizzando la pagina cercata, nelle due varianti delle pop-up e pop-under, hanno assorbito solo il 3% della spesa per l’advertising online. Che i nuovi risultati invertano la direzione degli investimenti pubblicitari?

Il rovescio della medaglia di questa forma di advertising, in grado di catturare l’attenzione del navigatore, è stata sempre considerata l’eccessiva invasività che si trasforma in fastidio per il navigatore. La forte reazione verso le pop-up ha spinto tempo fa il noto motore di ricerca Google a bandire dal suo sito questo tipo di advertising.

Però secondo David Hallerman della Dynamic Logic, per la pop-up sarebbe arrivato il momento della riscossa. La finestrella pubblicitaria sarebbe sempre meglio accettata rispetto al banner, “grazie alla sua capacità di integrarsi nell’esperienza di navigazione” [FiBell].

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