La Russia spegne l'opposizione online

Una corte di Mosca ha sospeso le attività di una delle uniche fonti di informazione online d'opposizione presenti nella repubblica di Ingushetia. L'ingiunzione interessa i gestori del portale e gli ISP che ne consentono l'accesso
Una corte di Mosca ha sospeso le attività di una delle uniche fonti di informazione online d'opposizione presenti nella repubblica di Ingushetia. L'ingiunzione interessa i gestori del portale e gli ISP che ne consentono l'accesso

La Kuntsevskiy Court di Mosca ha intimato la sospensione delle attività del portale Ingushetiya.ru, una delle poche fonti online di informazione dell’opposizione presenti all’interno della Repubblica di Ingushetia, regione della Russia meridionale. La corte soddisfa così la richiesta da parte degli organi governativi di avviare una ordinanza di ingiunzione nei confronti degli operatori del portale, accusati di aver ripetutamente diffuso materiale estremista attraverso la Rete.

L’area della Ingushetia rimane una delle regioni più povere e tumultuose della Russia, tormentata dal conflitto militare che arriva dalla vicina repubblica del Dagestan e dalla Cecenia e interessata dai numerosi atti criminali e terroristici, uniti a numerose manifestazioni di protesta, contro il governo locale. Il portale Ingushetiya.ru è gestito da Magomed Yevloev, uomo d’affari del luogo spesso associato alla figura di leader dell’opposizione e duramente criticato dalle autorità governative per aver diffuso attraverso le pagine del suo sito una immagine negativa e violenta del paese. Il governo locale è infatti da tempo impegnato nel controllare il flusso di informazioni proveniente dai media al fine di dare una parvenza di normalità alla regione.

«Oggi la corte federale di Kuntsevsky a Mosca ha confermato una istanza della Repubblica di Ingushetia, la quale ordina a Magomed Yevloev di terminare le sue attività su Internet», riporta la dichiarazione del tribunale. Secondo Kaloi Akhigov, legale di Yevloev, si tratta solamente di accuse di stampo politico: «il sito Web mostra la Ingushetia così come è veramente e a loro non piace», ha dichiarato Akhigov, manifestando fermamente l’intenzione di controbattere la decisione del tribunale. Inoltre, il portale in questione sarebbe ospitato dagli Stati Uniti, una situazione che obbligherebbe la corte ad ordinare a tutti i provider Internet russi di spegnere il sito; una vera e propria sfida da compiere entro il 5 giugno, ultimo giorno utile per precludere l’accesso al portale.

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