Lettera aperta contro l'incubo ACTA

Una lettera aperta è stata pubblicata sul sito Frontiere Digitali per chiedere al Parlamento Europeo di rendere trasparenti le trattative che stanno oggi dietro all'Accordo Commerciale Anti-Contraffazione (ACTA) in discussione a livello internazionale
Una lettera aperta è stata pubblicata sul sito Frontiere Digitali per chiedere al Parlamento Europeo di rendere trasparenti le trattative che stanno oggi dietro all'Accordo Commerciale Anti-Contraffazione (ACTA) in discussione a livello internazionale

ACTA è l’acronimo di Anti-Counterfeiting Trade Agreement. Se è parlato più volte, ma trattasi di un discorso al buio poiché attorno all’ACTA si stanno sviluppando trattative segrete che, a livello internazionale, puntano al raggiungimento di un accordo esteso su varie tematiche di interesse globale. L’ACTA è però qualcosa sul quale al momento si stanno sviluppando molti timori proprio in virtù della totale segretezza del dibattito, ed attorno al segreto si stanno accumulando le ombre che il sospetto genera.

Contro questo tipo di procedura si è ora espressa una lettera aperta che, senza entrare nel merito di una trattativa per sua natura celata alla pubblica notifica, chiede semplicemente trasparenza ed apertura, così che tutte le parti coinvolte possano consegnare la propria opinione ad un dibattito senza limitazioni. La lettera è stata pubblicata sul sito Frontiere Digitali («spazio di libera auto-organizzazione di persone e opinioni») e sta raccogliendo le firme delle associazioni che intendono aderire a questo appello. Recita la lettera:

«L’Accordo Commerciale Anti-Contraffazione (ACTA) è un ampio accordo intergovernativo in fase di negoziazione. Verte dal problema sociale chiave dell’accesso alle medicine alla regolamentazione penale di Internet. Temiamo che esso possa gravemente ostacolare l’innovazione europea nel mercato unico digitale e danneggiare i diritti fondamentali e la democrazia in generale.

Lo stesso processo di negoziazione solleva importanti questioni di trasparenza e di dovuto processo democratico, dato che il contenuto della proposta di accordo è stato tenuto segreto per più di 18 mesi, sebbene alcuni dettagli siano recentemente trapelati al pubblico. Ancora più preoccupante è il fatto che, mentre al Parlamento Europeo è stato negato l’accesso ai documenti, all’industria americana tale accesso è stato consentito, in seguito alla sottoscrizione di un accordo di riservatezza.

Una recente analisi della Commissione Europea sul capitolo Internet prova che gli argomenti in discussione vanno ben oltre l’attuale corpus legislativo dell’Unione Europea. Ancora più preoccupante è il fatto che l’analisi della Commissione conferma che l’attuale formulazione di ACTA limiterebbe profondamente i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini Europei, in particolare la libertà di espressione e il diritto alla privacy nelle comunicazioni. Questi sono ad estremo rischio, giacché l’attuale proposta preme per l’implementazione di schemi three-strikes e politiche di filtraggio dei contenuti tramite l’imposizione agli intermediari tecnici, come gli Internet Service Provider, di responsabilità civile e penale. Il testo, inoltre, intaccherebbe l’esercizio dell’interoperabilità che è essenziale sia per i diritti dei consumatori sia per la concorrenza.

Di conseguenza, ci appelliamo al Parlamento affinché richieda ai negoziatori Europei di stabilire la trasparenza nel processo dei negoziati, di pubblicare la proposta di accordo e di non accettare qualsiasi proposta che possa compromettere i diritti e le libertà dei cittadini. Inoltre, chiediamo al Parlamento di fare una dichiarazione inequivocabile alla Commissione e al Consiglio in merito al fatto che qualsiasi accordo che non rispetta questi principi basilari costringerebbe il Parlamento a rigettare l’intero testo».

Nel mirino, quindi, la Dottrina Sarkozy ed ogni altro tipo di approccio ad una regolamentazione internazionale che vada contro i principi fin qui espressi dalla Commissione Europea. In ballo v’è la libertà di espressione dei cittadini, cioè qualcosa di troppo prezioso per poterne affidare le sorti ad una trattativa internazionale segreta.

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