Linkare non viola il copyright: lo dice l'UE

La Corte di Giustizia europea esprime un parere potenzialmente storico: linkare verso contenuti protetti non costituisce reato contro il copyright.
La Corte di Giustizia europea esprime un parere potenzialmente storico: linkare verso contenuti protetti non costituisce reato contro il copyright.

Collegare un sito Web a una fonte dai contenuti coperti dal diritto d’autore è un reato? Un link è il grado minimo della pirateria? Secondo l’avvocatura generale della Corte di Giustizia Europea, non è così. Questo parere segue quanto già affermato in precedenza in altre occasioni e altre sedi a Strasburgo, e riguarda un caso specifico, avvenuto in Olanda, che ribadisce un concetto importante, molto spesso causa di problemi legali a migliaia di blog e magazine online.

Il collegamento a un sito Web non infrange la legge, anche se la destinazione ospita contenuti protetti da copyright e senza l’espressa autorizzazione del legittimo proprietario. Le conclusioni dell’avvocato Melchior Whathelet non potrebbero essere più chiare: per quanto non vincolanti, è scritto nero su bianco che se le norme europeee hanno sempre detto che ogni comunicazione protetta deve essere tutelata dal proprietario, è vero anche che lo spirito delle norme non deve andare a detrimento di Internet e della libertà di circolazione delle idee.

Il caso è sorto nei Paesi Bassi, dove il sito GeenStijl aveva fornito un link ad un sito australiano che mostra le immagini di una celebrità olandese catturate dalla rivista Playboy. Il sito australiano non ha avuto il consenso di Playboy a farlo, ma i collegamenti ipertestuali di questo genere hanno una caratteristica:

I collegamenti portano, anche direttamente, ad opere protette ma in questo caso non sono messe a disposizione del pubblico, visto che sono già liberamente accessibili su un altro sito: servono solo a facilitare la loro scoperta. Il vero e proprio atto di “messa a disposizione” è l’azione della persona che effettua la comunicazione iniziale. Di conseguenza, i collegamenti ipertestuali che vengono immessi in un sito web e che si collegano a opere protette che sono liberamente accessibili su un altro sito non possono essere classificati come un atto di comunicazione ai sensi della Direttiva sul copyright.

Il ruolo chiave dell’avvocatura sta nell’interpretare il diritto europeo per evitare degli effetti negativi e rispetti i suoi principi, perciò si può dire che dall’Europa viene un messaggio che farà piacere a molti siti: linkare di per sé non è mai reato. Era stato spiegato nel 2014 che se il detentore del copyright rende pubblici i contenuti non ha senso parlare di violazione (e lo stesso vale per l’incorporamento video protetti da copyright), ora il concetto è più esteso. E questo parere potrebbe influenzare la sentenza che arriverà in seguito.

La sentenza futura potrebbe, tecnicamente, coprire i casi della maggior parte dei siti torrent tra cui The Pirate Bay, visto che la maggior parte dei collegamenti al materiale è già disponibile altrove. Tuttavia, in questi casi, lo scopo generale del sito può anche essere preso in considerazione per valutazioni diverse. Insomma, non è un passpartout per la pirateria, ma è una buona notizia per i newsite, i blogger e il pubblico in generale. Una specie di pubblico dominio indiretto quando meno al linking, nonché una nuova e più precisa attribuzione di responsabilità: il reato viene compiuto nel momento in cui una risorsa illecita è caricata online e non nell’atto di linkarla.

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