Lo standard X10 per la comunicazione tra periferiche

Si tratta di uno standard molto diffuso nel campo della domotica e della building automation. Nonostante esistano alternative più efficienti dal punto di vista dell’utilizzo della banda a disposizione, le periferiche X10 restano molto popolari soprattutto a causa dell’ampia diffusione e dei costi contenuti.

Un altro fattore da considerare è il radicamento delle periferiche che si servono di X10 nel campo della building automation. X10, infatti, venne sviluppato nel 1975 da Pico Electronics, azienda scozzese, ed ha avuto tempo e modo di diffondersi ampiamente, considerando che in quegli anni non esistevano molte alternative in grado di garantire il controllo remoto di periferiche e applicazioni all’interno della casa.

La trasmissione delle informazioni avviene per mezzo di un segnale elettrico di corrente alternata, a ogni attraversamento dello zero (o “zero-crossing”) del segnale di tensione corrisponde un bit di informazione.

I dati trasmessi si possono suddividere in due macro-categorie: indirizzi e comandi. Gli indirizzi indicano con quale dispositivo si desidera comunicare, mentre un messaggio di tipo comando indica al dispositivo l’azione da compiere.

Il sistema è configurato in modo da poter supportare fino a 256 indirizzi distinti, le periferiche risponderanno ai comandi inviati al proprio indirizzo dal dispositivo di controllo e ai messaggi inviati in broadcast, ovvero all’intero sistema.

Tra le limitazioni imposte dall’utilizzo di tale standard, va evidenziato il fatto che i comandi possono essere inviati soltanto uno alla volta e soltanto dopo aver specificato l’indirizzo di riferimento. Ciò comporta una limitata efficienza del sistema in termini di tempo.

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