Locationgate, Apple è colpevole

Una sentenza di un tribunale in Corea del Sud ha stabilito che Apple debba pagare 945 dollari per aver tracciato un utente tramite l'iPhone.
Una sentenza di un tribunale in Corea del Sud ha stabilito che Apple debba pagare 945 dollari per aver tracciato un utente tramite l'iPhone.

Nei mesi passati Apple era stata accusata di tracciare la posizione degli utenti tramite l’iPhone. La vicenda sembra non essersi fermata, tanto che l’azienda ha dovuto pagare 1 milione di won, equivalenti a 945 dollari, per una sentenza in Corea del Sud. Un precedente, insomma, che rischia di farsi pericolosa se il precedente dovesse dar adito ad una sequela di denunce sulla falsa riga della precedente.

L’accusa del possessore di un iPhone è stata presentata il 26 aprile: secondo i documenti, Apple avrebbe letteralmente violato la sua privacy. Si tratta di un risarcimento relativamente basso, rispetto alle somme che i tribunali potrebbero chiedere in altre nazioni. Ma se un tribunale in Corea del Sud è riuscito a costringere Apple a pagare, cosa potrebbe accadere negli Stati Uniti nel caso in cui dovesse passare il medesimo principio?

Lo scandalo del cosiddetto locationgate ha investito l’azienda di Cupertino, scatenando fin da subito la rabbia dei consumatori che hanno chiesto ad Apple di rispondere ad alcune domande riguardanti la tracciabilità della posizione. «Per evitare che un iPhone non diventi un iTrack, Apple dovrebbe salvaguardare le informazioni personali dei suoi utenti». Ma, allo stesso tempo, «raccogliere, conservare e divulgare la posizione di un consumatore per scopi commerciali senza il suo esplicito permesso è inaccettabile e viola la legge attuale», come dichiarato da Ed Markey, membro della Camera dei Rappresentanti.

Non sono bastate, quindi, le risposte Apple del 27 aprile, nè il rilascio di iOS 4.3.3 per correggere il problema. La sentenza coreana, che Apple non ha commentato, rappresenta una minaccia dal quale il team legale di Cupertino dovrà difendersi con attenzione.

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