Microsoft, 250 dipendenti infuriati con la polizia

Decine di dipendenti Microsoft si sono uniti per mandare una lettera alla società e chiedergli di interrompere ogni contratto con la polizia di Seattle.
Decine di dipendenti Microsoft si sono uniti per mandare una lettera alla società e chiedergli di interrompere ogni contratto con la polizia di Seattle.

Centinaia di dipendenti Microsoft hanno chiesto alla società di annullare ogni contratto con il Dipartimento di Polizia di Seattle (SPD) e di apportare altre modifiche ai termini in risposta all’uso di gas lacrimogeni e altri metodi violenti, da parte delle forze dell’ordine, durante le recenti proteste in favore del Black Lives Matter.

La lettera è stata inviata via e-mail al CEO di Microsoft Satya Nadella e al vicepresidente esecutivo Kurt DelBene, e oltre 250 dipendenti erano in CC per dimostrare la loro solidarietà.

Nell’e-mail si può leggere che molti residenti del quartiere di Capitol Hill (a Seattle) che lavorano in Microsoft avrebbero subito l’esplosione di gas lacrimogeni utilizzati dalla polizia durante le proteste. Viene dunque chiesto ai colleghi e ai dirigenti che vivono al di fuori di Seattle di riconoscere la “realtà violenta” vissuta in città.

Nella fattispecie, viene chiesto a Microsoft di condannare l’uso di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate stordenti su manifestanti pacifici, di annullare i contratti con il dipartimento di polizia, di lanciare una petizione per le dimissioni del sindaco di Seattle, Jenny Durkan, “per la sua incapacità di proteggere la sua gente” e di sostenere la smilitarizzazione delle forze dell’ordine.

La lettera chiede infine ai leader di Microsoft di supportare l’elenco delle richieste del movimento Black Lives Matter a Seattle e di incoraggiare donazioni. Nadella non ha ovviamente mancato di rispondere all’e-mail:

Come azienda, dobbiamo guardarci dentro ed esaminare la nostra organizzazione per fare di meglio. Ho sentito molti dipendenti negli ultimi giorni che invitano Microsoft all’azione, alla riflessione e al cambiamento. La mia risposta è questa: sì, dobbiamo agire e le nostre azioni devono riflettere i valori dell’azienda. Dobbiamo essere informati circa i bisogni della comunità nera e afroamericana. Abbiamo anche la responsabilità di usare le nostre risorse per affrontare le disuguaglianze nelle nostre community e nella società più in generale.

Insomma, una risposta più che positiva quella del gigante di Redmond.

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