Napster: ecco la musica in affitto

Potrebbe vedere la luce ad inizio 2005 'Napster To Go', il sistema di distribuzione musicale basato sul PlayForSure di Microsoft. Obbiettivo: abbattere il dominio di Apple.
Potrebbe vedere la luce ad inizio 2005 'Napster To Go', il sistema di distribuzione musicale basato sul PlayForSure di Microsoft. Obbiettivo: abbattere il dominio di Apple.

Il 2004 della musica digitale finisce come era iniziato. Utenti perseguiti
in mezzo mondo, siti e servizi chiusi senza che l’attività di file sharing
subisca però cali significativi, tentativi di ogni tipo per scalfire il
primato conquistato da Apple nel settore dei download legali. Se dovessimo
contare tutti gli articoli usciti in questi mesi che annunciavano l’attacco decisivo
all’accoppiata iPod/iTunes non finiremmo prima di Capodanno. Le cose sono ovviamente
andate diversamente. iTunes celebra con tanto di spot i 200 milioni di
brani scaricati, si allarga al mercato europeo e giapponese, stravince su tutti
i fronti. iPod continua a macinare record, trascinando l’intera azienda
verso profitti mai visti negli anni recenti.

Il successo del modello Apple è destinato a durare anche nel 2005? La
strategia dei concorrenti deve necessariamente essere giocata su due tavoli: quello
dei servizi di distribuzione e quello dell’hardware. Lo ha capito bene Microsoft.
La scommessa della società di Redmond non si chiama tanto e solo MSN Music,
ma PlayForSure. E a questa scommessa sono probabilmente legati i successi di fornitori
di servizi e produttori di hardware.

Al momento, sono due i principali modelli di distribuzione di musica digitale
legale. Su iTunes paghi 99 centesimi e scarichi una canzone; quella canzone, con
alcune limitazioni, diventa tua, puoi farci quasi tutto quello che vuoi. Su altri
servizi, invece, vige il modello dell’abbonamento. Paghi circa 10 dollari al mese
e puoi ascoltare (banda larga permettendo) tutta la musica presente nel catalogo.
Se però decidi di masterizzare un brano o metterlo su un lettore MP3 portatile,
devi pagare una cifra che va dai 79 ai 99 centesimi. È evidente che un
modello così concepito risulta troppo poco flessibile. L’ideale sarebbe
poter coniugare i vantaggi economici dell’abbonamento con una maggiore libertà
di utilizzo. E qui entra in gioco PlayForSure.

Si tratta del marchio commerciale con cui Microsoft ha lanciato il suo sistema
di DRM denominato Janus. Il modello di business è quello che potremmo
definire della ‘musica in affitto‘. Paghi un abbonamento un po più
sostanzioso, diciamo 15 dollari al mese, e puoi tranquillamente trasferire i brani
sul tuo lettore MP3. Il sistema PlayForSure presente sul lettore si occuperà
di verificare se hai versato la quota mensile e se hai quindi diritto a continuare
ad ascoltare le canzoni per cui paghi. Non paghi? Non senti la musica. Janus blocca
tutto.

Una visita al sito PlayForSure è sufficiente a far comprendere quanto
si diceva qui sopra. L’idea di Microsoft è quella di realizzare un’integrazione
tra servizi e dispositivi hardware tutti legati dal logo PlayForSure. I lettori
che lo evidenzieranno sul retro saranno quelli in grado di gestire questa modalità
di consumo. Attualmente sono pochissimi, ma Creative e altri produttori hanno
annunciato modelli compatibili per i prossimi mesi. Sul fronte dei servizi la
novità più ghiotta potrebbe venire nei primi mesi del 2005 da un
nome storico come Napster. L’idea del CEO Chris Gorog, interamente
basata sul sistema di Microsoft, si chiama ‘Napster To Go‘ ed è
attualmente in fase di test. Ci crede Gorog, e sentito da USA Today, fa anche
un po’ di conti: "Se voglio riempire un iPod da 40gb con 10.000 canzoni dovrei
spendere 10.000 dollari. Con Napster To Go si può fare la stessa cosa spendendo
solo 180 dollari". Quelli necessari a pagare l’abbonamento annuale, aggiungiamo
noi.

Sulla carta tutto splendido. Roba da far sembrare il ‘modello download’ di
iTunes antiquato e per nulla conveniente. Roba da mettere in crisi anche un mito
come l’iPod: se un lettore MP3 di Creative o iRiver mi consente di sfruttare un
sistema di questo tipo, chi me la fa fare a comprare quello di Apple? Ma la realtà
ci porta a fare altre considerazioni. I discorsi fatti fin qui, valgono in un
mondo dove l’acquisizione di musica digitale avviene esclusivamente con sistemi
e servizi legali, si chiamino iTunes, Napster o Rhapsody. Tutti sanno, però,
che esiste una variabile che scombina tutto: si chiama file sharing. Fin quando
i 40gb di un iPod si potranno riempire di musica scaricata con sistemi P2P….

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