NHK pensa a Hybridcast per il vero 3D Full HD

L’interesse verso la tecnologia 3D da parte del pubblico e dei fornitori di contenuti, seppur in questo caso l’approccio sia ancora un po’ incerto e l’offerta ne risenta, sta muovendo i costruttori verso la ricerca di soluzioni che rendano sempre più efficiente e qualitativa l’esperienza di visione stereoscopica.

Una delle ultime novità nel settore arriva da NHK, l’azienda televisiva pubblica del Giappone, la quale ha presentato una tecnologia per la trasmissione delle immagini in 3D che promette di mantenere inalterata la qualità di visione da parte dell’utente.

Il progetto si chiama Hybridcast ed è, come si intuisce dal nome, un sistema di trasmissione ibrido, che affianca alla tradizionale trasmissione broadcast, come i sistemi di diffusione via etere in digitale terrestre o via satellite, allo streaming, con lo scopo di portare agli spettatori i contenuti in Full HD 3D senza perdita di dettagli.

Il punto di partenza di NHK è semplice: con gli attuali metodi di trasmissione delle immagini stereoscopiche, in un fotogramma con risoluzione Full HD (1920×1080) deve essere contenere in sé due immagini diverse, una destinata all’occhio destro e una all’occhio sinistro, ne consegue quindi che la risoluzione riservata alla visione stereoscopica sia di fatto dimezzata, in quanto le due sequenze di immagini utilizzano il medesimo flusso dati.

L’idea di NHK prevede invece di creare due flussi dati differenti, ognuno destinato a contenere la sequenza di immagini riservate a un occhio ben preciso. I due flussi sarebbero trasportati secondo modalità differenti, dando vita a una piattaforma di trasmissione ibrida, che vedrebbe ad esempio le immagini destinate all’occhio destro trasmesse tramite digitale terrestre, mentre quelle destinate all’occhio sinistro arriverebbero via streaming Web.

In questo modo sarebbe possibile far arrivare a ogni occhio dei fotogrammi in piena risoluzione Full HD, dando vita a un’immagine stereoscopica senza perdita di definizione e con notevoli miglioramenti dal punto di vista della qualità.

L’idea è ovviamente in fase di studio, ma si presenta assolutamente interessante e potenzialmente valida, anche se per una sua reale applicazione sono necessari diversi passaggi, come l’uscita di ricevitori ibridi adatti allo scopo e la necessità di avere una connessione di rete sufficientemente stabile ed efficiente, in modo da evitare che eventuali ritardi o blocchi nello streaming causino uno “sfasamento” delle immagini che arrivano ai due occhi, che devono essere invece assolutamente sincronizzate.

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