Ning presenta i propri piani a pagamento e abbandona AdSense

Dopo il generico annuncio della chiusura di tutti i servizi gratuiti, gli amministratori del servizio Ning hanno rilasciato pubblicamente, il 4 maggio, i dettagli della strategia di uscita dal modello freemium.

Come si legge in una nota del sito ufficiale di Ning, a partire da luglio, lasciando tempo alcune settimane ai creatori dei social network per capire se sottoscrivere un contratto premium oppure migrare verso altri lidi, saranno disponibili 3 piani.

Ning Mini costerà circa 20 dollari l’anno, ma ha un limite di soli 150 membri. Le versioni Plus e Pro, rispettivamente da 200 e 500 dollari l’anno, sembrano invece del tutto simili alla versione gratuita attuale, con, ovviamente, qualche funzionalità in più e un maggiore livello di assistenza.

Dal punto di vista dello scenario dei servizi e delle applicazioni Web 2.0, sembra che la soluzione adottata da Ning di abbandono “dolce” del modello di business freemium possa creare un precedente significativo.

Il bicchiere può essere visto così sia mezzo pieno sia mezzo vuoto: da un lato, il servizio continuerà a esistere, a differenza di molti altri servizi Web 2.0 che sono spariti nel nulla senza lasciare traccia, se pur a pagamento, dall’altro, l’azienda Ning di fatto si autoesclude da un modello di business legato alla raccolta pubblicitaria e ai grandi numeri di utenti, focalizzandosi su un’offerta di servizi a valore aggiunto con un solo modello per le tasche strette, il Mini, veramente molto limitato nelle potenzialità.

Fa riflettere anche l’abbandono della strategia di introiti basata su AdSense. Mentre forse Ning pensava che le pubblicità ospitate sui network creati dagli utenti potesse garantire un ritorno sufficiente, ora pare che preferisca lasciare l’incombenza ai gestori di sito che, con i servizi a pagamento, potranno pubblicare la propria pubblicità su Ning generando guadagni diretti.

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