NYTimes.com pronto per articoli a pagamento

Entro poche settimane il New York Times potrebbe confermare l'adozione di un nuovo sistema in abbonamento per l'accesso ai propri articoli online. La scelta di rendere a pagamento i propri contenuti ricalca la strategia adottata da News Corp.
Entro poche settimane il New York Times potrebbe confermare l'adozione di un nuovo sistema in abbonamento per l'accesso ai propri articoli online. La scelta di rendere a pagamento i propri contenuti ricalca la strategia adottata da News Corp.

Il New York Times sarebbe a un passo dall’introdurre nuovamente una serie di opzioni per l’accesso a pagamento alla versione online del proprio giornale. L’indiscrezione giunge da alcune fonti interne del celebre quotidiano ed è stata ripresa nel corso delle ultime ore dalla edizione web del magazine New York, solitamente ben informato sulle dinamiche editoriali legate al New York Times. La nuova strategia a pagamento potrebbe indurre numerose altre testate online a rompere gli indugi, offrendo ai propri lettori contenuti in abbonamento utili per compensare i minori introiti derivanti dagli annunci pubblicitari.

Stando alle prime informazioni, il New York Times dovrebbe annunciare nel corso delle prossime settimane i propri piani per l’accesso a pagamento al proprio portale. I lettori potrebbero dunque accedere gratuitamente a una serie limitata di articoli su base giornaliera, settimanale o mensile e ricevere in un secondo tempo la possibilità di sottoscrivere un abbonamento per poter leggere e consultare i restanti contenuti messi a disposizione in Rete. Tale strategia ricorda molto da vicino le politiche commerciali messe in campo da alcuni quotidiani come il Wall Street Journal e il Financial Times, che offrono ai propri lettori online un accesso a un numero limitato di articoli prima di chiedere il pagamento di un abbonamento per il proseguimento della lettura delle loro edizioni digitali.

Un annuncio ufficiale da parte della direzione del New York Times potrebbe giungere nel corso delle prossime settimane, forse in concomitanza con la presentazione dell’atteso tablet di Apple. Il nuovo dispositivo, battezzato secondo alcuni con il nome iSlate, dovrebbe rendere più agevole la lettura delle pagine web e dei contenuti informativi su un terminale mobile. Il quotidiano statunitense potrebbe dunque presentare una nuova partnership con Apple per veicolare i propri contenuti sul nuovo tablet attraverso un sistema a pagamento utilizzabile anche per l’accesso agli articoli dai tradizionali personal computer.

Le rivelazioni del magazine New York hanno indotto il New York Times a formulare una precisazione, che non sembra comunque smentire quanto finora emerso sui piani per gli articoli a pagamento del giornale. «Annunceremo una decisione quando riterremo di aver plasmato il migliore approccio possibile lato business. Non ci saranno dettagli fino ad allora» ha dichiarato una portavoce del NYT, Diane McNully, senza fornire ulteriori particolari sui prossimi piani del quotidiano intenzionato a recuperare parte dei profitti perduti a causa dei bassi introiti derivanti dall’advertising.

La ventilata decisione del New York Times conferma la tendenza emersa nel corso degli ultimi mesi tra le principali realtà editoriali legate all’informazione. Il ritorno agli articoli a pagamento è stato fortemente sostenuto dal colosso editoriale News Corp. del magnate Rupert Murdoch, determinato a rendere maggiormente redditizia e sostenibile l’avventura delle proprie testate in Rete. Durante lo scorso novembre, la società ha confermato l’intenzione di rendere a pagamento l’accesso alla versione online del Times entro i primi mesi del 2010.

Nonostante i numerosi annunci, le proprietà dei giornali presenti sul Web si sono dimostrate fino a ora molto caute nell’adozione di nuovi sistemi a pagamento per la lettura dei propri contenuti. Tale opzione non è recepita positivamente dai lettori, abituati da anni a leggere buona parte delle news gratuitamente sulla Rete, e potrebbe dirottare parte dell’utenza verso i competitor determinati a rilanciare l’advertising senza richiedere agli utenti l’esborso di alcuna cifra per la lettura degli articoli.

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