P2P: Verizon ricorre in appello

Verizon ricorre in appello contro la sentenza che la obbligava a fornire i nomi degli utenti accusati di scaricare musica illegale. Sarà solo una tappa, in quanto il finale verrà presumibilmente sentenziato dalla Corte Suprema
Verizon ricorre in appello contro la sentenza che la obbligava a fornire i nomi degli utenti accusati di scaricare musica illegale. Sarà solo una tappa, in quanto il finale verrà presumibilmente sentenziato dalla Corte Suprema

La posta in gioco è costituita da 4 nomi e un principio. I quattro nomi sono quelli richiesti dalla RIAA, quattro utenti accusati di scambio di musica illegale, quattro identità conservate nei tabulati del Provider americano Verizon. Il principio è quello della privacy sopra a tutto, principio che rischia di cadere sotto i colpi del DMCA e le accuse della Recording Industry Association of America.

Dopo le due condanna di Gennaio ed i piedi puntati da parte dell’ISP, si va ora in appello. La vicenda ha sollevato un caso decisamente importante, tanto da mettere in discussione addirittura la DMCA e con essa l’intero palco accusatorio che la RIAA ha costruito attorno a Verizon ed all’utenza del P2P.

Da una parte le major della musica ritengono immotivate le resistenze di Verizon in quanto le regole scritte nel DMCA sono sufficienti a far cadere il valore della segretezza. Dall’altra sponda si contesta il fatto che Verizon non ha mai detenuto sui propri server alcunchè di illegale e secondo tale principio il P2P sarebbe salvo.

Il principio in ballo è dunque lo stesso che viene discusso da anni, fin da quando Napster ha fatto parlare di sé. Tra sentenze varie il principio è sopravvissuto fino ad oggi, ma ora è presumibile prevedere come il caso approderà alla Corte Suprema. Dall’autorità di quella sentenza si potrà stabilire il vincitore di questa nuova battaglia.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti