Pirateria online: oscurati 5.500 siti di streaming

Operazione internazionale contro la pirateria in 19 Paesi: sequestrati beni per 10 milioni di euro, oscurati siti e bloccati canali Telegram
Operazione internazionale contro la pirateria in 19 Paesi: sequestrati beni per 10 milioni di euro, oscurati siti e bloccati canali Telegram

Vasta operazione contro la pirateria online in 19 Paesi: in queste ore sono stati oscurati oltre 5.500 siti e canali Telegram tramite i quali era possibile guardare in streaming contenuti protetti da diritti d’autore. Film, serie TV, calcio ed altri eventi sportivi erano nel menu dei servizi offerti da un’organizzazione criminale che operava a livello internazionale e alla quale sono stati sequestrati anche beni per oltre 10 milioni di euro. Secondo quanto emerso dalle indagini, il sistema era quello di una vera e propria compravendita di abbonamenti illegali, che potevano essere pagati anche tramite criptovalute. La notizia giunge a pochi giorni dall’altra operazione della Guardia di Finanza che ha posto sotto sequestro qualcosa come 700 siti Web e 300 piattaforme di IPTV, per un totale di 1.000 canali di trasmissione illecita.

Pirateria online: scovati 15 percettori del Rdc

L’operazione internazionale, che ha coinvolto 19 Paesi, ha fatto emergere un sistema ben collaudato al centro del quale c’erano 15 persone che, pur ottenendo ingenti somme di denaro dal business illecito, percepivano il reddito di cittadinanza. Ad individuarle la Guardia di Finanza assieme alla Polizia di Stato in collaborazione con le autorità internazionali. L’ennesimo giro di vite contro la pirateria è stato anche incentivato dal lockdown primaverile, che ha fatto impennare l’utilizzo di questi circuiti illeciti per trascorrere tante ore davanti alla TV e dispositivi tecnologici con film, Serie Tv e quant’altro. Il dover stare chiusi in casa ha inevitabilmente alimentato il mercato dei pezzotti, ma contestualmente ha reso anche più semplice il lavoro degli inquirenti.

L’incremento del business illegale, che genera importanti opportunità di lucro ma contestualmente un danno immane a chi detiene i diritti dei contenuti trasmessi illegalmente, ha inevitabilmente alzato le possibilità di finanzieri e poliziotti di individuare utilizzatori finali e fornitori dei servizi. I percettori di reddito di cittadinanza scovati nell’ambito di questa operazione, dovranno ovviamente risarcire anche l’Inps.

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