Qtrax, così il P2P diventa legale

Qtrax, e il P2P diventa legale: un player, un DRM, un accordo con i big ed il sharing diviene strumento utile e lucroso. Il progetto è in beta test e tutte le major vengono annunciate in accordo con il progetto. Warner, però, a sorpresa si defila
Qtrax, e il P2P diventa legale: un player, un DRM, un accordo con i big ed il sharing diviene strumento utile e lucroso. Il progetto è in beta test e tutte le major vengono annunciate in accordo con il progetto. Warner, però, a sorpresa si defila

Senti che le major si accordano per un servizio legale di P2P e ti senti come se avessi appena visto il diavolo fare il bagno nell’acqua santa. Qualunque sia il diavolo, qualunque sia l’acqua santa. Perchè le parti sono sempre state oltremondo distanti, con l’acronimo “P2P” che nel tempo è diventato sinonimo di pirateria perdendo l’originale e neutra accezione tecnica.

Il nome nuovo è quello di Qtrax. L’annuncio è giunto nel weekend con il gruppo orgoglioso di annunciare l’avvenuto accordo con le quattro maggiori case discografiche al mondo (Universal Music Group, Sony BMG Music Entertainment, Warner Music Group ed EMI Group), avendo così a disposizione un paniere da 25 milioni di brani musicali da mettere a disposizione degli utenti (salvo poi immediato clamoroso retroscena a parziale smentita del pomposo annuncio). Qtrax permette il download gratuito dei pezzi e garantisce un’equa distribuzione degli introiti (ottenuti tramite canale pubblicitario) ai rispettivi detentori dei diritti d’autore. Qtrax, dunque, «non è solo un’altro network P2P» ma rappresenta una autentica alternativa per quanti ambiscono alla musica legale e gratuita.

Uno strumento su tutti permetterà a Qtrax di sopravvivere: trattasi del Digital Right Management, ovvero un sistema di tracciamento dei brani che ne imporrà alcuni vincoli minimi offrendo allo stesso tempo uno strumento per registrare l’uso dei file determinando in conseguenza l’ammontare di quanto dovuto agli artisti. Per gli italiani ci sarà al momento ancora da attendere in quanto il tutto non è ancora stato attivato nel nostro paese (la beta per Mac, inoltre, sarà disponibile a partire dal 18 marzo).

Per l’industria discografica trattasi di una nuova importante scommessa. Il modello iTunes sembra non soddisfare ancora, la pirateria non si arresta e, soprattutto, in generale i numeri del mercato sono in pericoloso declino in questa fase di passaggio al nuovo modello della fruizione digitale. Con Qtrax le major fanno un passo deciso in direzione dell’utenza e tramite il client propongono quello che in molti ad oggi cercano: musica gratuita e legale. La distribuzione P2P permette di annullare i costi di distribuzione ed inoltre aumenta la disponibilità dei pezzi ed il valore sociale della rete di sharing. Sebbene Qtrax prometta però copertura completa del panorama musicale, una casa discografica sembra defilarsi fin da subito: Warner avrebbe confermato un accordo passato ma, data la scadenza al 2007, l’etichetta si sente ora svincolata e non sembra voler lasciare margini di manovra al progetto.

Ad oggi i file sono distribuiti in formato non compatibile con gli iPod, i quali riproducono solo MP3 o file sotto FairPlay (tecnologia che Apple non concede ad oggi in licenza ad altri). Ancora non è dato dunque nulla a sapersi circa la possibilità per cui a breve Qtrax sarebbe in grado di portare anche sui player con la mela i propri brani. La nuova fonte permetterà inoltre di accedere a lyrics, video ed altre features. Per un giudizio sommario occorrerà però attendere l’esordio ufficiale ed un primo periodo di rodaggio in attesa che la beta diventi quantomeno release ufficiale.

Il maggior difetto ad oggi sembra essere riscontrabile nella limitazione dell’uso dei brani su pc tramite il player esclusivo del servizio (basato su Songbird). Trattasi di una strada obbligata per tracciare brani ed utilizzo, trattasi di un passaggio obbligato per la proposta della pubblicità, trattasi però di una strada impervia lungo la quale già altri progetti si sono anzitempo persi. Le major però sembrano concordare all’unisono: così come con Imeem, Last.fm o Spiralfrog, anche in questo caso val la pena provarci.

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