Servizi Web sociali e generazione Web 2.0

In base ad una relazione del Pew Internet & AmericanLife Project si è scoperto che il Web è usato con regolarità dal 93% degli adolescenti americani e il 58% di essi ha un suo profilo su uno dei servizi sociali, nei quali può condividere foto e video. Sembra che si possa parlare dell’affermarsi di una vera e propria generazione Web 2.0, che non può fare a meno di servirsi dei media sociali per esprimere se stessa.

Questa continua ricerca di contatti sociali nel Web rappresenta una rivoluzione che investe il campo del comportamento e della psicologia giovanile. Se da un lato vengono promosse nuove interazioni tra le persone, che si avvalgono di forme di socializzazione innovative e di modalità lontane da quelle tradizionali, dall’altro appare evidente un desiderio di protagonismo, di stare al centro dell’attenzione, di essere conosciuti.

Attraverso i servizi che il Web mette a disposizione per mostrare agli altri utenti i momenti più importanti e divertenti della propria vita, la generazione Web 2.0 ha la possibilità di costruire una “storia” che parla di sé, che la rende protagonista in nome della visibilità, come se rendersi noti nella “grande piazza” di Internet equivalga ad un’autoaffermazione del suo modo di essere e della sua identità.

Una generazione di individui quindi con una loro caratterizzazione ben precisa, che si servono di Facebook per rimanere in contatto con gli amici, che documentano i momenti da ricordare con le foto su Flickr e con i video su YouTube e che in questo modo appagano il loro desiderio di sentirsi unici e allo stesso tempo facenti parte di un gruppo.

Forse si corre il rischio di essere in presenza di una generazione che può confondere il reale con il virtuale, ma la generazione Web 2.0 è all’avanguardia nel promuovere forme di pari opportunità nell’accesso a risorse e contenuti e di utilizzare al meglio le forme di comunicazione partecipative per sentirsi parte di una comunità globale.

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