SI al DRM alla francese, NO all'interoperabilità

Non senza il colpo di scena finale, la legislazione francese ha rivisto nelle ultime ore le proprie disposizioni in materia di Digital Right Management. Il provvedimento era al centro del dibattito già da settimane, quando si aprì la possibilità di un obbligo all’interoperabilità che Apple respinse fino a minacciare la chiusura del proprio music store francese.

Steve Jobs ha vinto: nessun obbligo di interoperabilità, se non per casi particolari al momento poco probabili. Le musiche di iTunes continueranno dunque ad essere ascoltate solo sull’iPod e la struttura del mercato di Cupertino rimane intatta. Disposizioni nuove anche in tema di file sharing: la norma è particolarmente docile nei confronti di quanti detengono MP3 per uso personale, ma è viceversa particolarmente severa nei confronti di quanti fanno del P2P una fonte di interesse e lucro.

Il dispositivo non è ancora legge di stato in quanto il procedimento necessita di ulteriori votazioni. A questo punto però gli ostacoli sembrano superati e non dovrebbero intervenire altri cambiamenti in corsa. L’interoperabilità ha subito una pesante sconfitta e l’episodio potrebbe essere solo il primo di una serie che porterà l’attuale situazione a diventare uno standard eventualmente formalizzato anche a livello di legislazione dell’Unione Europea. Per Apple la ghigliottina è scampata ed in giornata i mercati finanziari potrebbero già festeggiare il tutto con un nuovo rialzo del titolo AAPL.

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