Soros: "Facebook e Google hanno i giorni contati"

Duro attacco di George Soros a Facebook e Google, in quel di Davis: tra le accuse, quelle di minaccia per la democrazia e ostacolo all'innovazione.
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Duro attacco di George Soros a Facebook e Google, in quel di Davis: tra le accuse, quelle di minaccia per la democrazia e ostacolo all'innovazione.

Al World Economic Forum di Davos, il noto finanziare George Soros si scaglia contro i giganti del Web, Facebook e Google, definendoli una minaccia per la democrazia, un ostacolo all’innovazione da cui sono nati, manipolatori nei confronti degli utenti e fonte di dipendenza, soprattutto per gli adolescenti. Ma avrebbero i giorni contati per via dell’arrivo di nuove tasse e regole e a causa della commissaria UE alla Concorrenza, Margrethe Vestager.

Un attacco duro, quello di Soros, che accusa Facebook e Google di esser diventati degli ostacoli all’innovazione e di causare una serie di problematiche di cui solo adesso si sta iniziando a prendere coscienza. La causa? Il loro potere incontrollato che li ha resi monopoli sempre più potenti. Secondo il finanziere, le società di social media:

influenzano il modo in cui le persone pensano e si comportano senza che se ne accorgano, con conseguenze negative di ampia portata sul funzionamento della democrazia, in particolare sull’integrità delle elezioni. […] Facebook e Google controllano in modo efficace oltre la metà di tutte le entrate pubblicitarie su Internet. Per mantenere il loro dominio, hanno bisogno di espandere le loro reti e aumentare la percentuale di attenzione degli utenti. Attualmente lo fanno fornendo agli utenti una piattaforma conveniente. Più tempo gli utenti passano sulla piattaforma, più diventano preziosi per le aziende.

In particolare, per George Soros, sopravvissuto all’Olocausto, i due giganti manipolerebbero l’attenzione delle persone indirizzandola verso i propri scopi commerciali, “e lo fanno di proposito, cercando di creare quanta più dipendenza possibile”. A suo parere indurrebbero gli utenti a rinunciare alla propria autonomia intellettuale, accentrando su di loro “il potere di plasmare l’attenzione delle persone, sempre più concentrato nelle mani di poche aziende. La minaccia più grave di tutte per l’87enne ungherese? Perdere la “libertà di pensiero”.

Sotto accusa anche il modo in cui Facebook e Google si difenderebbero solitamente, spiegando di essere distributori di contenuti:

Dicono che stanno semplicemente distribuendo informazioni. Ma il fatto di essere distributori quasi monopolistici li rende pubblici servizi pubblici e li dovrebbe assoggettare a norme più severe, volte a preservare la concorrenza, l’innovazione e un accesso universale equo e aperto.

Nel suo discorso a Davos, il magnate prevede che i governi inizieranno presto a regolamentare il settore, dichiarando che presto il loro monopolio finirà:

È solo una questione di tempo prima che il dominio globale dei monopoli statunitensi dell’IT si rompa. Davos è un buon posto per annunciare che i loro giorni sono contati. Il regolamento e la tassazione saranno la loro rovina e il commissario europeo responsabile della concorrenza sarà la loro nemesi.

Conosciuto per il suo leggendario successo nel commercio di valute, nello stesso discorso George Soros ha anche liquidato il Bitcoin come una “tipica bolla”.

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