Sotto accusa il significato di Vista Capable

Un dirigente Microsoft non è stato in grado di fornire una spiegazione sufficientemente chiara della campagna "Vista Capable". Redmond rischia ora una class action per aver fornito ai propri clienti informazioni parziali e inesatte in fase di prevendita
Un dirigente Microsoft non è stato in grado di fornire una spiegazione sufficientemente chiara della campagna "Vista Capable". Redmond rischia ora una class action per aver fornito ai propri clienti informazioni parziali e inesatte in fase di prevendita

“Vista Capable” è il simbolo che ha accompagnato la lunga gestazione di Windows Vista, segnalando agli acquirenti tutti quei dispositivi in grado di supportare da subito le numerose novità introdotte dal nuovo sistema operativo creato da Microsoft. Nonostante la fama della campagna nella fase di prevendita di Vista, in questi giorni un dirigente di Redmond avrebbe dimostrato di non essere in grado di spiegare in maniera esaustiva e completa il significato del claim "Vista Capable". L’inaspettata dichiarazione farebbe parte di una deposizione rilasciata durante una causa legale contro Microsoft, accusata di avere ingannato i suoi clienti durante la campagna di prevendita del proprio sistema operativo.

Secondo i due cittadini statunitensi che hanno recentemente intentato una class action a Seattle, Microsoft avrebbe concesso il proprio simbolo “Vista Capable” a numerosi prodotti in grado di eseguire esclusivamente Vista Home Basic, la versione base del sistema operativo priva di numerose funzioni disponibili solamente nelle edizioni superiori. Per chiarire la posizione di Microsoft è stato così invitato a deporre il responsabile dell’area marketing Mark Croft che, a una domanda sul reale significato della dicitura “Vista Capable”, si sarebbe dimostrato molto confuso e incapace di fornire una spiegazione sufficientemente chiara.

«Per la maggior parte delle persone, "capable" significa – in questo caso – che un PC è in grado di far funzionare qualsiasi versione del sistema operativo Windows» ha dichiarato con qualche esitazione Croft, prima di richiedere una pausa per consultarsi con gli avvocati di Microsoft. Dopo una decina di minuti, Croft ha ripreso la deposizione ammettendo di aver commesso un errore nella propria precedente dichiarazione, specificando che con il termine "capable" Microsoft voleva semplice intendere: «in grado di supportare una versione di Vista». Lo scivolone del manager di Redmond ha offerto un’ottima opportunità per gli avvocati intenzionati ad avviare una class action, che hanno così chiesto a Croft se Microsoft avesse condotto un’indagine di mercato per capire se il termine “Vista Capable” «potesse indurre qualche acquirente a compiere il grave errore che lei ha appena compiuto». Croft ha così dovuto ammettere l’assenza di un’indagine per comprendere le qualità della campagna di prevendita indetta da Microsoft prima di inserire sul mercato Windows Vista.

L’accusa contro Microsoft e la sua campagna “Vista Capable” è stata avviata lo scorso aprile e, salvo un pronunciamento negativo della corte distrettuale che si occupa del caso, potrebbe presto diventare una class action. Oltre alla parzialità delle informazioni fornite dal bollino della discordia, gli avvocati stanno cercando di dimostrare la loro tesi secondo cui la campagna di prevendita di Vista sarebbe stata volutamente parziale per attenuare il fisiologico calo di vendite che avrebbe investito Windows XP nell’imminenza del rilascio del nuovo sistema operativo. Microsoft ha da sempre smentito questa teoria, ricordando l’impegno di organi di stampa e produttori di PC nel comunicare in maniera trasparente e completa il vero significato della promozione “Vista Capable”.

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