
Google e diritto all’oblio: interviene giudice UK
Un giudice britannico ordina a Google la rimozione di link riguardanti un crimine commesso e per il quale il colpevole ha scontato la pena in carcere.
Un giudice britannico ordina a Google la rimozione di link riguardanti un crimine commesso e per il quale il colpevole ha scontato la pena in carcere.
Il Garante Privacy impone a Google la deindicizzazione degli URL dalle pagine dei risultati anche nelle versioni extraeuropee del motore di ricerca.
L’autorità garante ha sentenziato che non si può invocare il diritto all’oblio per vicende giudiziarie di particolare gravità e ancora non concluse.
Il Rapporto del Garante per la Protezione dei Dati Personali solleva una questione di identità culturale: il futuro dell’UE passa anche di qui.
Il Garante ha negato a un ex terrorista la possibilità di essere deindicizzato dai motori di ricerca: in questo caso prevale l’interesse storico.
Google ricorrerà in appello contro la richiesta del CNIL francese di rendere internazionale l’oblio dei link conseguente a richieste europee.
Il gruppo di Mountain View ha spiegato nel dettaglio quelle che sono le modalità attuate al fine di rendere il concetto di diritto all’oblio globale.
Il gruppo californiano promette di migliorare la gestione dei link rimossi dalle SERP a livello globale, in base a quanto previsto dal diritto all’oblio.
Il nuovo Rapporto sulla Trasparenza di Google fornisce alcuni esempi in merito alle richieste, accettate e rifiutate, relative al diritto all’oblio.
Dal motore di ricerca arriva un secco “no” alle richieste delle autorità francesi: il diritto all’oblio si applica esclusivamente al territorio europeo.
Un nuovo report aggiorna i numeri del diritto all’oblio: Google ha ricevuto richieste da 281.000 persone, per la rimozione di oltre 1,1 milioni di link.
Inoltrata una richiesta formale alla FTC affinché Google estenda il diritto all’oblio anche oltreoceano, mettendolo a disposizione degli utenti USA.
Il Garante per la privacy ha pubblicato la relazione sulle attività svolte nel 2014 sottolineando come il digitale richieda attenzione, ma non tecnofobia.
L’autorità francese concede a Google un massimo di 15 giorni per estendere gli effetti del diritto all’oblio a livello globale, minacciando sanzioni.
Un anno fa la Corte di giustizia dell’Unione europea stabiliva il diritto all’oblio: dopo un anno tanti numeri, ma nessuna novità nonostante le critiche.
I casi valutati da Google per l’applicazione del diritto all’oblio non sono tutti uguali: alcuni più facili, altri meno, come dimostrano questi esempi.
In un procedimento l’authority per la prima volta affronta il tema degli abstract: anche loro sono potenzialmente interessati alla deindicizzazione.
Il report conclusivo del Comitato sul diritto all’oblio ha un esito drammatico: spaccature, abbandoni, la protesta in calce di Wales.
Prime pronunce del Garante dopo i no di Google ad alcune richieste di deindicizzazione dal motore di ricerca. Su nove casi, due controversie.
A Parigi il creatore del web critica il diritto all’oblio. Secondo Tim Berners-Lee fingere che qualcosa non sia accaduto offende la natura della rete.