Drew Houston, sin da piccolo, aveva come sogno quello di creare una sua azienda informatica. Un obiettivo che gli è riuscito nel 2008, all’età di 25 anni, quando ha fondato Dropbox, un servizio di cloud storage che permette agli utenti di salvare e condividere foto, video, documenti ed ogni sorta di contenuto digitale. Per “cloud storage” si intende un servizio che consente di archiviare file su datacenter remoti, potendovi quindi accedere in caso di bisogno: è un sistema che consente maggior sicurezza e affidabilità del tradizionale archivio locale, ed il cui costo è un abbonamento legato a tempo e quantità di materiale archiviato.
La scelta del simbolo, una “scatola aperta” non è stata casuale perché rappresenta un contenitore in cui gli utenti possono collocare tutto ciò che desiderano, raggiungibile da ogni luogo e da ogni sorta di piattaforma. Dropbox, infatti, può essere utilizzato da ogni tipo di computer non solo attraverso un’interfaccia Web, ma anche scaricando ed installando un client software dedicato. Ma Dropbox è anche mobile in quanto è disponibile un’app (per iOS, Android ed in futuro anche per Windows Phone) che permette agli iscritti di avere sempre a portata di mano tutti i propri file, a cui accedere da ogni luogo ed in ogni momento della giornata. Senza limiti. E spesso senza costo alcuno.
Dropbox: quanto costa?
Il punto di forza di Dropbox è la perfetta integrazione della piattaforma di cloud storage nella maggior parte degli ecosistemi desktop e mobile. Disponibile per tutti i principali sistemi operativi per computer (Windows, Mac OS X, Linux), smartphone e tablet (iOS, Android, presto su Windows Phone), è gratuito nella sua versione base offrendo 2 GB di spazio online su cui salvare ogni sorta di file. Tale spazio, può essere incrementato, sempre gratuitamente, attraverso alcuni espedienti. Gli utenti possono infatti incrementare di 500 MB lo spazio di archiviazione per ogni nuovo utente portato all’iscrizione attraverso il passaparola. Oppure, è possibile aumentare lo spazio collegando l’account al proprio profilo sui social network o utilizzando le versioni beta del programma.
Sono disponibili inoltre piani di upgrade a pagamento per tutti coloro i quali fossero interessati ad utilizzare Dropbox in forma professionale o comunque con maggiori esigenze rispetto alla media. Per 9,99 euro al mese, gli utenti possono infatti disporre di 1 TB di memoria online, mentre le aziende ed i professionisti possono richiedere “Dropbox for Business” che a 12 euro al mese e per utente offre servizi illimitati ed alcuni sistemi di gestione avanzati.
Si evidenzia che, in caso di eccessivo traffico dati generato dai link, gli account potrebbero essere sospesi. Dropbox prevede infatti i seguenti limiti di traffico: 20 GB/giorno per gli account gratuiti e 200 GB/giorno per gli account Pro e Business a pagamento. Rimanendo all’interno di tali limiti non v’è problema alcuno e le attività possono proseguire regolarmente (trattasi di semplici limitazioni finalizzate a porre un argine ad eventuali abusi).
Le applicazioni Dropbox per iOS ed Android offrono la medesima esperienza d’uso della piattaforma desktop sui dispositivi mobile. Gli utenti possono infatti accedere a tutti i file archiviati, condividerli, cancellarli, spostarli, rinominarli e caricarne di nuovi. Una versione per Windows Phone arriverà in un prossimo futuro e in ogni caso, grazie alle API concesse agli sviluppatori, esistono molti surrogati di terze parti che possono sopperire alla mancanza del client ufficiale.
Dropbox è inoltre stato integrato in molte applicazioni per essere utilizzato nelle maniere più disparate. Per esempio, è spesso il luogo ideale per salvare copie di backup delle app, o per lo streaming di contenuti video.
Dropbox come album fotografico
Tra le funzionalità più apprezzate di Dropbox v’è quella che permette l’upload automatico delle foto e dei video presenti sul telefonino all’interno della piattaforma di cloud storage. Foto che possono poi essere organizzate ed accessibili da ogni luogo: un po’ come avere sempre sotto mano il proprio album fotografico dei migliori momenti della propria vita. Una funzione molto utile che può comunque essere disabilitata in ogni momento o essere utilizzata solo in determinate situazioni, come quando lo smartphone è connesso ad una rete WiFi.
A rimarcare la volontà di conquistare il cuore degli utenti mobile facendo leva sui contenuti multimediali, va segnalato il lancio di Carousel, applicazione disponibile per iOS ed Android che consente di accedere alle proprie immagini ed ai propri video archiviati sulla piattaforma, visionando le anteprime direttamente sul dispositivo mobile in uso; inoltre, permette anche di sincronizzare il piano offline e quello online, archiviando in automatico le immagini scattate da smartphone per averne una copia digitale archiviata in remoto per non perdere alcun tassello della propria vita.
Come installare Dropbox
Il servizio online ha un corrispettivo potenziale anche su desktop tramite un apposito software. Un semplice download e la successiva installazione consentono di gestire i propri file in modo ulteriormente semplificato, senza la necessità di passare per un browser. Il gruppo mette a disposizione versioni per Windows, Mac e Linux, nonché per dispositivi mobile, in fede all’obiettivo ultimo del progetto: consentire l’archiviazione, la condivisione e la gestione dei file da remoto a prescindere dalla piattaforma software utilizzata.
Il sito ufficiale Dropbox suggerisce automaticamente l’ultima versione stabile da installare e segnala tra le note di versione tutti i bugfix apportati nel tempo. Download e installazione sono completamente gratuiti.
Dropbox
Dropbox, dalle origini all’evoluzione di un’idea
Dropbox è stato fondato nel 2008 da Drew Houston, un ragazzo prodigio che già a 5 anni aveva iniziato a muovere i primi passi nel mondo della programmazione e che a 14 anni aveva già ben chiaro quello che avrebbe fatto del suo futuro. Drew Houston spiega che l’idea che sta alla base di Dropbox è nata durante il periodo di studi al Mit (Massachusetts Institute Of Technology) di Boston dove si è laureato nel 2006. All’interno del Mit c’era una rete informatica chiamata “Athena” che permetteva a tutti di poter disporre dei propri documenti indipendentemente da dove si accedesse. Non c’era dunque bisogno di portare dietro con se fogli o supporti di backup perché tutti i documenti seguivano l’utente all’interno del campus universitario.
Una soluzione che ha ispirato Drew Houston che ha pensato che tale servizio dovesse essere esteso a tutto il mondo. Da questo concetto è nato Dropbox che nel 2012 ha superato il traguardo dei 100 milioni di utenti e che oggi si pone come una delle piattaforma di cloud storage più utilizzate ed apprezzate dall’intera comunità di internet.
Dropbox disse di no a Steve Jobs
Nella sua storia, Dropbox è stato anche protagonista di alcuni eventi che hanno fatto parlare molto del gruppo. Su tutti il rifiuto di Drew Houston di vendere la piattaforma di cloud storage a Steve Jobs. Era il 2009 è l’allora CEO della mela morsicata aveva intravisto nella piattaforma una grande potenzialità, un servizio da assimilare a OS X e farlo diventare parte dell’ecosistema di Apple. Ma nonostante le grandi capacità di persuasione di Steve Jobs e un assegno, si dice, a nove zeri, Drew Houston e il suo socio Arash Ferdowsi rifiutarono la proposta affermando che l’azienda non era in vendita.
Dropbox, il più amato dalle aziende
Una ricerca condotta da 451 Research evidenzia come Dropbox sia utilizzato da circa il 45% delle aziende e che per le attività professionali sia sinonimo di file sharing aziendale. Questo, nonostante oggi esistano altre valide alternative come Google Drive ed OneDrive. Dropbox vivrebbe però di rendita. In breve, per molte aziende, lo spostarsi all’interno di un’altra piattaforma comporterebbe troppo tempo ed ingenti spese visto che la procedura di migrazione dovrebbe essere effettuata per ogni singolo account in possesso, che nel caso delle aziende possono essere centinaia.
Dropbox, Microsoft e Project Harmony
Microsoft e Dropbox hanno annunciato un accordo di collaborazione che prevede l’integrazione della piattaforma di cloud storage in Office. Tutti gli utenti che utilizzano dunque la piattaforma di produttività di Microsoft, sia su iOS che su Android ed in futuro anche per la versione per computer, potranno accedere all’account Dropbox e visualizzare, modificare e condividere i file Word, Excel e PowerPoint. In buona sostanza, gli utenti possono navigare nelle cartelle di Dropbox dalle App Office, modificare i file Office direttamente dalle app Dropbox, salvare e sincronizzare le modifiche tra tutti i dispositivi, e condividere i link Dropbox dalle App Office.
Questo accordo nasce dalla volontà di Microsoft di voler spingere sulla diffusione di Office 365 offrendo ai suoi clienti l’integrazione con una delle piattaforma di cloud storage più utilizzate, nonostante la stessa casa di Redmond offra un competitor apprezzato quale OneDrive.
L’accordo prevede anche lo sviluppo di un’App Dropbox per Windows Phone e Windows 8.1. La collaborazione tra Microsoft e Dropbox è in realtà nata molto tempo prima dell’ufficializzazione dell’accordo con l’annuncio da parte di Dropbox di Project Harmony, uno strumento che permette all’utenza business di lavorare sugli stessi file Word, Excel e PowerPoint conservati in una cartella di Dropbox.
Tale funzionalità, disponibile sotto forma di Preview solo per gli scritti a Dropbox for Business, semplifica il lavoro in team, evitando il ricorso ad altri strumenti di comunicazione ed è pensata soprattutto per coloro i quali lavorano in maniera sequenziale, una modifica dopo l’altra. Project Harmony, infatti, non supportata l’editing in tempo reale.
Dropbox: le alternative
Il mercato dello soluzioni di cloud storage è in forte crescita. Sicuramente tra i maggiori rivali si segnalano iCloud, Google Drive e OneDrive.
Apple iCloud, il servizio cloud di Cupertino, è sicuramente indicato esplicitamente agli utilizzatori degli ecosistemi della mela morsicata; l’account base offre 5 GB di spazio online ed i piani di upgrade partono da 0.99 euro al mese per 20 GB extra sino ai 19,99 euro al mese per 1 TB extra.
Google Drive, il servizio cloud di Big G, offre invece 15 GB (spazio condiviso tra Drive, Gmail e Google+ Foto) con piani upgrade a partire da 1,99 dollari al mese per 100 GB extra. Infine, OneDrive, il servizio cloud di Microsoft, offre gratuitamente 15 GB che possono essere subito raddoppiati attivando l’upload automatico delle foto dall’app mobile. Piani upgrade a partire da 1,99 euro al mese per 100 GB extra.