Streaming contemporaneo al cinema? Sì, a 30 euro

Le major di Hollywood starebbero pensando a una release in streaming in concomitanza a quella cinematografica, ma a carissimo prezzo: 50 dollari a film.
Le major di Hollywood starebbero pensando a una release in streaming in concomitanza a quella cinematografica, ma a carissimo prezzo: 50 dollari a film.

Lo streaming in contemporanea alla release cinematografica potrebbe essere ben presto realtà, seppur a caro prezzo. Sembra che sei delle major hollywoodiane, infatti, si stiano accordando per negoziare una disponibilità domestica praticamente concomitante con le sale, anche a 15 giorni dall’uscita al cinema. Un progetto, però, che potrebbe riguardare solo i consumatori più facoltosi: la fruizione di una prima visione potrebbe costare fino a 50 dollari negli USA, dai 30 ai 40 euro nel Vecchio Continente.

Secondo quanto reso noto da Variety, il progetto avrebbe attirato soprattutto le attenzioni di Fox e Warner Bros, le due case cinematografiche più impegnate nella negoziazione. A quanto sembra, per combattere la concorrenza sempre più spietata dalle ormai ubiquitarie piattaforme di streaming, i due gruppi starebbero pensando a una release domestica delle pellicole pressoché contemporanea alle sale, già a partire dal diciassettesimo giorno dalla prima proiezione. Le tariffe, tuttavia, potrebbero non risultare particolarmente appetitose agli occhi del pubblico: si parla di 50 dollari per un film offerto dopo un paio di settimane e 30 entro i 90 giorni. Una cifra elevata giustificata dalla volontà, così come riportano le fonti statunitensi, di consegnare parte del ricavato agli stessi cinema.

Non tutti gli attori in gioco, tuttavia, sarebbero rimasti particolarmente attratti da un simile modello. Variety, ad esempio, sottolinea come Universal ritenga i costi troppo elevati, incapaci di attirare le attenzioni dei consumatori. La major starebbe quindi facendo pressioni per rimanere tra i 20 e i 30 dollari, entro 20 giorni dalla release cinematografica, per poi diminuire progressivamente le tariffe al crescere della distanza temporale. Non ultimo, la testata parla anche di un coinvolgimento di Lionsgare, Paramount, Sony e altri distributori minori, mentre Disney pare non sia interessata al progetto.

Non è dato sapere se il proposito abbia le carte in regola per andare in porto, anche perché le major dovranno poi confrontarsi con le varie legislazioni locali, ma si tratta comunque di un primo passo per ridurre la finestra di streaming e homevideo rispetto ai 90-200 giorni attuali, a seconda della nazioni. Di certo una simile mobilitazione deriva dall’ansia generata dalle piattaforme di streaming, Netflix e Amazon Prime Video fra le tante, capaci di conquistare gli utenti con una distribuzione istantanea e globale, almeno sul fronte delle loro produzioni originali. Il modello economico è però diverso: risulta abbastanza remota, infatti, la possibilità l’utente possa spendere 2-3 volte il costo mensile dell’abbonamento a Netflix per godersi in streaming una singola pellicola, per quanto recente.

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