Il display flessibile, non dovrebbe essere, ma sta diventando una vera moda. E lo scrivo sottolineando il termine “moda”. Si, perché è notizia di ieri che Louis Vuitton, nel corso di una sfilata a New York, ha mostrato due prototipi di borsa con display integrato, di tipo foldable.
Qualcuno parla di prototipi e di oggetti buoni solo per la kermesse della Grande Mela, in realtà quanto visto alla LV Cruise 2020 potrebbe palesarsi molto presto nei negozi. La tecnologia di bordo vede l’utilizzo di schermi touch flessibili di tipo Amoled, con risoluzione 1920 x 1440. Per farci cosa? Di certo non giocarci a Fortnite, non per il momento almeno.
Se siete tra gli amanti dell’ascolto di musica ad alto volume con una cassa portatile da tenere sul braccio smanicato, allora questo oggettino all’ultimo grido non può che fare per voi: sul pannello (o due pannelli, a seconda del modello), possono andare in scena video caricati in locale o in streaming, probabilmente anche da YouTube. Il modo migliore per far capire agli altri di che pasta siamo fatti, il genere musicale che ci piace, o semplicemente condividere con qualcuno l’ultima puntata del Grande Fratello o di Live – Non è la D’Urso.
Per i più radical chic, la possibilità di mettere in play anche un documentario sui più recenti fatti di cronaca e politica o magari qualcosa degno del Quark che fu. Vuitton è andato al sodo, spiegando che l’idea era di unire savoir-faire e innovazione, aggiungendo di aver pensato alla borsetta come all’estensione dello smartphone. Sinonimi di savoir-faire sono “accortezza” e “tatto”, non proprio ciò che abbiamo qui.
Comunque il punto non è questo ma precisamente fin dove ci si può spingere con l’hi-tech contemporaneo nell’uso quotidiano del digitale. Forse passerò per anacronistico, forse qualcuno riderà di me quando, tra dieci anni, tutti andremo in giro con borse e borselli dotati di schermo, ma non penso che questo sia il modo migliore per introdurre al grande pubblico il tema della tecnologia flessibile. Vista così, ridotta a orpello di contorno, c’è il rischio di far passare in secondo piano il reale utilizzo che di questa possiamo farne, magari per qualcosa in più di una “semplice” borsa.
Del resto, innovazione e moda, spesso, si sono confusi, due facce della stessa medaglia. Quanto ci vorrà prima che qualsiasi oggetto di consumo, provvisto di qualcosa “foldable”, cavalcherà l’onda, subirà sovrapprezzi notevoli, pur di alzare i margini di profitto? Lo abbiamo visto con i telefoni, non privi di problemi, poi con il primo esemplare di notebook e ora con un accessorio. Se i primi due sono casi in cui si può, giustamente, ritrovare un vantaggio di impatto per l’uso, l’ultimo non porta con sé alcun beneficio evidente. E così qualcosa di magico altrove, lo schermo flessibile, finisce per assumere il ruolo di elemento extra non richiesto. Un azzardo, poco più.