Tide Pod Challenge: la posizione di YouTube

Rischio emulazione per una delle sfide più incomprensibili mai lanciate in Rete: YouTube costretta a intervenire per fermare la Tide Pod Challenge.
Rischio emulazione per una delle sfide più incomprensibili mai lanciate in Rete: YouTube costretta a intervenire per fermare la Tide Pod Challenge.

I fatti sono questi: qualcuno ha iniziato a filmarsi mentre ingoia capsule di detersivo, pubblicando poi il video in Rete, lanciando così una delle più assurde e incomprensibili sfide che il mondo online ricordi. La Tide Pod Challenge è stata in un primo momento etichettata come fake, trasformandosi poi in qualcosa di vero, reale, concreto ed estremamente pericoloso, complice forse anche il tam tam mediatico e la viralità della notizia.

Una vicenda i cui connotati richiamano alla mente quelli della Blue Whale Challenge balzata agli onori della cronaca lo scorso anno, frutto di un mix nocivo tra disinformazione e misinformazione. Stavolta però è purtroppo tutto vero. Stabilire chi abbia dato il via alla catena e per quale motivo è impresa ardua, ma il rischio è tangibile e richiede misure immediate. C’è il pericolo di emulazione, bisogna in ogni modo possibile evitare che qualcuno sottovaluti l’entità dell’insidia mettendo a repentaglio la propria vita e quella altrui. Così si spiega l’intervento di YouTube, attuato mediante l’immediata cancellazione dei video relativi a questa folle pratica.

Le linee guida della community di YouTube proibiscono contenuti che intendono incoraggiare attività pericolose con conseguenti rischi o danni fisici. Siamo al lavoro per rimuovere rapidamente i video segnalati che violano le nostre policy.

A conferma di come la Tide Pod Challenge sia arrivata in pochi giorni a costituire un fenomeno preoccupante anche la posizione assunta da Procter & Gamble, gruppo industriale statunitense che controlla il marchio Tide. Questo il tweet.

Gli fa eco la Consumer Product Safety Commission, agenzia indipendente del governo americano.

Lo stesso messaggio è diffuso anche da molti centri antiveleni d’oltreoceano.

Stando ai dati diffusi dalla AAPCC (American Association of Poison Control Centers) sarebbero 39 i casi accertati di teenager responsabili di aver ingerito capsule di detersivo nella prima metà del mese, a livello internazionale. Un numero elevato se si considera che in tutto il 2017, dunque prima che questa assurda sfida prendesse il via, ci si era fermati a 53, mentre nel 2016 a 39. Un’emergenza da affrontare anche con gli stessi strumenti che l’hanno generata, quelli social, veicolando un messaggio efficace per far comprendere quanto la pratica sia folle e rischiosa.

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