TIM: il fondo statunitense KKR pronto ad acquistare il gruppo!

L'operatore telefonico italiano è nel mirino di KKR, una società di private equity americana che detiene già il 37,5% di FiberCop.
L'operatore telefonico italiano è nel mirino di KKR, una società di private equity americana che detiene già il 37,5% di FiberCop.

Telecom Italia (TIM) ha ricevuto una proposta di acquisto da 10,8 miliardi di euro (12 miliardi di dollari) dal fondo statunitense KKR, una società globale di investimenti che offre soluzioni gestionali in ambito assicurativo, patrimoniale alternativo e dei mercati di capitali. La società americana, che in Italia detiene già il 37,5% di FiberCop, mira a rendere privato il più grande gruppo telefonico italiano. La proposta è arrivata direttamente al Presidente Salvatore Rossi, ex funzionario della Banca d’Italia, ed è stata subito discussa nel corso di un consiglio di amministrazione convocato d’urgenza ieri pomeriggio.

KKR tenta la scalata a TIM

La proposta di acquisto di KKR arriva in un momento molto delicato per TIM. Vivendi, principale azionista dell’azienda con il 23,75% delle quote, vorrebbe un riassetto societario, ed è da tempo intenzionata a sfiduciare l’attuale Presidente e il suo amministratore delegato, Luigi Gubitosi, a seguito di due profit warning in tre mesi. In tal senso, i dati fiscali dell’ultimo trimestre non sono stati particolarmente positivi, generando parecchi malumori tra gli investitori, che tra le cause indicano anche la partnership con DAZN che non starebbe portando i benefici auspicati. Per alcuni analisti, la società di private equity americana vorrebbe  sfruttare queste divisioni interne per sferrare il suo colpo, anticipando la stessa Vivendi che si vocifera stia lavorando col fondo britannico Cvc per rilevare tutte le quote, o comunque rafforzare la sua presenza in TIM.

TIM ha affermato che KKR ha fissato un prezzo indicativo di 0,505 euro per la sua possibile offerta di acquisto, un premio del 45,7% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni ordinarie venerdì. La società USA offrirebbe lo stesso prezzo anche per le azioni di risparmio della compagnia telefonica italiana.

Il cda di TIM, come accennato poco sopra, si è riunito domenica pomeriggio per diverse ore ma in un breve comunicato rilasciato al termine non ha fornito alcuna indicazione né favorevole, né sfavorevole sulla proposta, pertanto al momento sembrerebbe che non sia stato dato alcun via a eventuali contrattazioni per la vendita della telco italiana. Anche Vivendi, principale azionista dell’azienda, ha fatto sapere la sua tramite un portavoce: “Il gruppo nega fermamente di aver avviato discussioni con qualsiasi fondo, e più specificamente con Cvc, per una eventuale offerta pubblica di acquisto su TIM, in risposta alla proposta di KKR. Vivendi ribadisce la propria disponibilità e volontà a collaborare con le autorità e le istituzioni pubbliche italiane per il successo a lungo termine di Telecom Italia”.

Proprio il Governo italiano, per tutelare la rete, quindi l’asset più strategico e di valore della compagnia telefonica, nel caso di ingresso in TIM di un altro investitore estero come il fondo statunitense potrebbe a sua volta intervenire esercitando il “golden power”, ovverosia quei “poteri speciali” che in taluni casi gli concedono “la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni“.

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