TTIP, il M5S aggiunge trasparenza ma non chiarezza

Il M5S ha annunciato un servizio di traduzione per i documenti relativi al TTIP: una sicura operazione di trasparenza, ma probabilmente fragile.
Il M5S ha annunciato un servizio di traduzione per i documenti relativi al TTIP: una sicura operazione di trasparenza, ma probabilmente fragile.

Il Movimento 5 Stelle sta cercando di aggiungere una soglia minima di trasparenza sul TTIP e con questo fine ha tradotto i file che fanno parte del “leak” che ha scatenato il dibattito attorno al trattato. La mossa aggiunge chiarezza al tema? A quanto pare no: la trasparenza consente sì l’accesso semplificato e democratico ai file, ma in realtà appare complesso capire le procedure che hanno portato a questo stadio del dibattito e, al tempo stesso, soltanto approfondimenti ragionati consentono di capire (e non solo di conoscere) i contenuti dei documenti.

Con un annuncio in diretta streaming, i portavoce dei pentastellati Tiziana Beghin, Dario Tamburrano, Piernicola Pedicini e Mattia Fantinati hanno reso nota la posizione del gruppo nei confronti del TTIP mentre un link consente fin da subito a chiunque di poterne scaricare i contenuti. Non tutti i documenti sono già stati tradotti, dunque la pagina offre link alle parti già disponibili mentre le altre arriveranno nei prossimi giorni. Come funzioni il sistema di traduzione, aspetto non certo secondario in questo servizio di divulgazione e ostentata trasparenza, è spiegato dalla stessa “Wiki TTIP”, la pagina su cui è possibile scaricare il tutto:

Gli eurodeputati del M5S stanno ottenendo la traduzione professionale in italiano dei 16 documenti segreti sul TTIP diffusi da Greenpeace il 2 maggio 2016. Hanno incaricato della traduzione i servizi di interpretariato del Parlamento Europeo, che essi possono utilizzare (sebbene in misura limitata) per l’espletamento del loro mandato. I documenti verranno messi on line man mano che le traduzioni saranno ultimate e consegnate.

Si spiega inoltre che «Quindici dei 16 documenti sono costituiti dai cosiddetti “testi consolidati” usciti dal tavolo delle trattative (in precedenza non ne erano stati mai diffusi), che evidenziano le richieste di USA ed UE e le divergenze fra le posizioni negoziali. Il sedicesimo documento invece è una sorta di memorandum interno della Commissione Europea in cui si fa il punto sulla situazione delle trattative per il TTIP nel marzo 2016». Tra i documenti immediatamente disponibili in italiano:

  • Trattamento Nazionale ed Accesso al Mercato delle Merci
  • Agricoltura
  • Appalti Pubblici
  • Allegato Appalti Pubblici

Gran parte della documentazione rimane pertanto ancora da tradurre, ma va ricordato come i leak siano ormai vecchi di un anno: nel frattempo la trattativa è proseguita e i documenti potrebbero essere cambiati, anche in modo sostanziale. La fonte non è inoltre ufficiale, poiché i documenti attuali sono soltanto consultabili (ma non possono essere trasferiti né tradotti, poiché non definitivi): provengono semplicemente dal leak di GreenPeace che ha aperto il dibattito. L’operazione getta dunque una luce (tetra, nelle intenzioni del M5S) sul trattato, ma in realtà il TTIP è oggi già altra cosa rispetto a quanto si sta traducendo in queste ore.

Un modo per intestarsi un tema intuito sicuramente in anticipo, ma mai cavalcato fino in fondo, e nel frattempo diventato bandiera altrui? Un modo ulteriore per mettere alle strette il Governo di fronte all’opinione pubblica? La mossa potrebbe avere una ragione politica rispetto all’elettorato di riferimento, del resto, soprattutto in questa concitata fase elettorale. Ma se il tema è il TTIP, occorre essere chiari su alcuni punti. E la conferenza in streaming ha offerto spunti importanti anche da questo punto di vista.

TTIP: critiche lecite, critiche deboli

Da più parti si è infatti fatto osservare come l’intervento del M5S sul tema sia probabilmente tardivo, nella misura in cui arriva dopo mille allarmi già lanciati da altre parti (il Movimento se ne era occupato in passato, ma l’allarme non aveva mai raggiunto i toni odierni), e al tempo stesso eccessivamente allarmistico, nella misura in cui trasforma in allarme quelle che in questa fase non sembrano poter essere più che vaghe preoccupazioni. Altri sottolineano al contempo come i documenti lascino emergere soltanto la posizione consolidata degli Stati Uniti, al netto delle osservazioni che ancora debbono giungere dall’UE (ma in realtà le documentazioni europee sembrano lasciar trapelare una fase più avanzata della trattative almeno su alcuni temi) e che hanno già nel frattempo arricchito i documenti oggi in discussione.

L’operazione di trasparenza voluta dal Movimento nato da Beppe Grillo, insomma, potrebbe in realtà non giovare alla presa di consapevolezza diffusa sul TTIP: la possibilità di accesso viene democraticizzata, ma la comprensione vera dei documenti è qualcosa che necessita di grande sforzo, grandi studi e piena conoscenza sullo stato di avanzamento della trattativa. Insomma, esattamente agli antipodi della realtà odierna. Quel che viene ripetutamente fatto notare ai portavoce del M5S è il fatto che il TTIP non sarà firmato certo da Barack Obama, e che quindi l’allarme non ha motivo d’essere in virtù del fatto che i tempi della trattativa saranno ancora lunghi. La risposta dei pentastellati spiega che l’allarmismo è motivato dal fatto che i documenti lascino trapelare una direzione che non va per nulla nel senso degli interessi europei, ove il principio di “precauzione” dovrebbe prevalere rispetto a parametri meno rigidi che la cultura USA vorrebbe imporre al testo.

Lungi dal giungere ad una diffusa comprensione sul TTIP, l’operazione del M5S ha comunque il merito di consentire a chiunque di accedere ai documenti (pur se datati e non aggiornati) per tentare di intuire cosa sia l’accordo commerciale di cui Europa e Stati Uniti stanno discutendo, in segreto prima, in pubblico ora. Ogni singolo paese dell’Unione Europea dovrà infine ratificare l’accordo, dunque il dibattito è oggi solo all’inizio. E la sensazione è che possa entrare da protagonista nelle battaglie politiche, se non altro a livello continentale, mentre a livello nazionale la ferma posizione di SlowFood ha già fatto il suo per portare i trattati agli onori delle cronache in tempi non sospetti.

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