Twitter, la pubblicità tra i cinguettii

Twitter annuncia l'arrivo in via sperimentale della pubblicità nella timeline, per monetizzare senza intralciare gli utenti
Twitter annuncia l'arrivo in via sperimentale della pubblicità nella timeline, per monetizzare senza intralciare gli utenti

La pubblicità è l’anima del commercio ed i vertici di Twitter ne hanno preso coscienza ormai da tempo: in una nota sul blog ufficiale del principale sito di microblogging del Web viene annunciato l’inizio della terza fase del progetto mirato all’inserimento di annunci pubblicitari sulla piattaforma. Ad essere coinvolta è la timeline, che da ora offrirà alcuni spunti commerciali agli utenti, tra un tweet e l’altro.

Tale funzionalità è però ancora in fase sperimentale, e per adesso coinvolgerà solo una fetta degli utenti iscritti al servizio. Requisito necessario, ma non sufficiente, per prendere parte a questa fase è l’utilizzo di HootSuite, servizio per la gestione del proprio account su numerosi social network e siti in chiave Web 2.0. Solo una parte degli utenti HootSuite visualizzerà gli annunci suggeriti, e non tutti allo stesso modo.

L’obiettivo principale degli sviluppatori di Twitter è quello di ottenere sufficienti informazioni sull’impatto che potrebbe avere l’introduzione della pubblicità su larga scala prima di procedere, analizzando i feedback degli utenti per scoprire quali potrebbero essere le posizioni strategicamente migliori per piazzare gli ad nella timeline. Ciò allo scopo di non rovinare l’esperienza d’uso del servizio, imbottendolo di pubblicità ed ottenendo pertanto un effetto controproducente.

Dopo aver fatto capolino nei risultati delle ricerche, i cosiddetti Promoted Tweets sbarcano dunque negli account degli utenti, segno di come i vertici di Twitter abbiano percepito la propria risposta all’esigenza di monetizzare.

Un bacino d’utenza vasto come quello di Twitter, che può contare oltre 175 milioni di iscritti, rappresenta una gallina dalle uova d’oro per tutte le società bisognose di pubblicità ad ampio raggio. E questo gli analisti di mercato lo sanno molto bene. L’azienda pure. Il punto interrogativo, però, è ancora posizionato dopo il “come”.

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